PL - Orlandini: "Tifo Atalanta ma seguo il Parma: scalata incredibile"

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30.03.2019 21:11 di  Sebastian Donzella   vedi letture
Pierluigi Orlandini da mister
Pierluigi Orlandini da mister
© foto di Ars et Labor Grottaglie Calcio

Due stagioni, una Coppa UEFA e una Coppa Italia. Pierluigi Orlandini, in gialloblù, ha vissuto e scritto una delle pagine più importanti della storia del Parma. E visto che è anche un ex atalantino, seguirà con particolare interesse la sfida di questa domenica tra bergamaschi e ducali. ParmaLive.com lo ha intervistato in esclusiva.

Partiamo col botto: chi vince?
"Son tifoso dell’Atalanta ma dico che sarà una partita aperta a qualsiasi risultato. Questo perché il Parma ha la serenità dalla sua mentre l'Atalanta deve fare risultato pieno per rimanere in corsa per l'Europa". 

A proposito di Europa: il Parma quando ci tornerà?
"Quest'anno mi sembrava prematuro parlarne. Il club ducale arriva da tre promozioni di fila, è una neopromossa e tre stagioni fa era in Serie D. Inoltre l'obiettivo stagionale, cioè la salvezza, è stato raggiunto senza troppi patemi. Per quest'anno va bene così, poi nei prossimi si vedrà: bisogna programmare, non è facile arrivarci".

Da qui alla fine cosa dovranno fare i crociati?
"Divertirsi. Se lo son meritato grazie a un campionato consono agli obiettivi. Hanno lavorato bene sia sul mercato, con acquisti mirati e senza spingersi oltre il budget previsto, sia sul campo, avvicinandosi alla salvezza il prima possibile. Complimenti in quest'ultimo caso a mister D'Aversa e a tutta la rosa: è vero che Gervinho diverse volte ha tirato fuori le castagne dal fuoco ma c'è un collettivo importante alle sue spalle".

Ha seguito la scalata dai dilettanti?
"Certamente. È stata incredibile perché è avvenuta al primo tentativo. Ci sono state e ci sono tante nobili decadute che faticano a risalire: il Parma doveva vincere in D, in C e in B, questo è chiaro, ma non è detto che riesci comunque a farcela. Grande merito a chi ha lavorato a questo progetto, da chi era tesserato tra i dilettanti a oggi. L'ambiente, per me, è stato un'arma in più: Parma è un'isola felice, si può lavorare con tranquillità e senza grosse pressioni".

Al "Tardini" la Nazionale ha battuto il Liechtenstein senza gialloblù in campo. Con buona pace di Inglese...
"Mancini sceglie gli uomini in base al suo progetto e non in base agli stadi. Riguardo Inglese, son convinto che se continuerà così la sua occasione l'avrà in questa fase di ricostruzione: Mancini sta tenendo le porte aperte a tanti. E poi solo negli ultimi anni i CT azzurri hanno convocato giocatori anche da club di media e bassa classifica, a causa della presenza di tanti stranieri in Italia". 

Salto nel passato e a quel Parma che vinse due Coppe niente male.
"Quel Parma è stato il migliore di tutta la sua storia, non solo per i risultati ma anche per i giocatori di quegli anni. Far parte di quella corazzata è stato per me un motivo orgoglio, ho avuto la fortuna di stare fianco a fianco con grandi campioni in una città bellissima. Il rammarico è quello di non aver vinto lo scudetto ma sono arrivate la Coppa UEFA e la Coppa Italia".

Che Atalanta si troveranno di fronte i gialloblù?
"Una squadra che arriva da tre anni vissuti veramente alla grande: ha fatto tanto e bene, giocando un bel calcio. È divertente vederla giocare, mi piace per la mentalità e per la sua filosofia di giocarsela sempre a viso aperto con tutte. I tifosi in queste stagioni si sono divertiti, ottenendo anche risultati a volte insperati. Forse ora è un’abitudine vedere l'Atalanta così in alto ma ricordiamoci che è pur sempre una provinciale che combatte contro gli squadroni delle grandi città". 

Chiudiamo col suo presente, mister Orlandini.
"Quest'estate, dopo un decennio di lavoro nei settori giovanili, sono rimasto fermo. A novembre ho deciso di accettare l'offerta del Grottaglie e di tuffarmi nell'avventura con i grandi. Per ora sta andando bene: siamo primi in classifica e speriamo di poterci regalare la soddisfazione della promozione in C".

Ma al "Tardini" ci tornerà?
"Penso e spero di si: mi piacerebbe tornare negli stadi in cui ho giocato e ho passato la mia vita calcistica".