Un Parma anni sessanta non può vincere nel 2016, ma non si merita l'abbandono del suo tifo

21.11.2016 22:08 di  Simone Lorini  Twitter:    vedi letture
Un Parma anni sessanta non può vincere nel 2016, ma non si merita l'abbandono del suo tifo
© foto di Giovanni Padovani/ParmaLive.com

Non mi è francamente piaciuto quello che ho letto online durante e dopo la debacle, perché questo è stato, di sabato scorso. "Apolloni vattene" e simili, insulti ai giocatori per il silenzio del post-partita e addirittura "Io col Bassano non ci sarò". Magari chi l'ha scritto sei mesi fa era a festeggiare in Piazza Garibaldi e ringraziava i simboli del Parma di Scala per aver accettato la sfida proposta da Ferrari e i suoi sei compagni. No, non mi sembra corretto, soprattutto mi pare assurdo abbandonare la squadra come se questa fosse di qualcun'altro. Il Parma è nostro, è di ogni tifoso e fischiarlo o non presentarsi allo stadio non fa male ai professionisti che la compongono, ma a noi stessi, alla nostra squadra. Non voltiamo le spalle ai nostri colori, ma piuttosto facciamo critica costruttiva e non mettiamo la testa nella sabbia quando arrivano tre vittorie consecutive di misura con un tiro di porta. 

Detto questo, è ovvio che non si può chiudere gli occhi e fare finta che tutto vada bene, a dispetto di una classifica lontana dall'essere drammatica e di un campionato molto equilibrato, cosa che peraltro in casa Parma non dimenticano mai di sottolineare. Nell'ultima gara, che la squadra peraltro aveva approcciato in modo vigoroso e voglioso (cosa inconsueta di questi tempi), mi ha stupito in particolare l'assenza totale di pressing della squadra, che aspettava nella propria metàcampo il Padova rendendo nulle le possibilità di un contropiede. La Dea Bendata ci ha dato un ulteriore spintatella, anche se me sembrava più una spallata, con un gol difficilmente immaginabile (merito anche di Calaiò naturalmente) ma è evidente che con questo modo di giocare totalmente rinunciatario, difficilmente la fortuna può essere aiutata. 

Altro motivo di curiosità l'aver ripescato dal mazzo giocatori come Evacuo, titolare, e Miglietta, subentrante, finiti completamente fuori dal giro dei titolari nelle ultime settimane. Questo qualche giorno dopo i colloqui avvenuti tra il presidente Scala e la dirigenza, Galassi in particolare, e gli stessi protagonisti. Ma quindi la formazione chi la scrive: l'esigenza di non scontentare il gruppo e i senatori in particolare o quella di vincere le partite che contano?