Tardini, tribunale, Arzignano, Firenze. Ognuno ha il suo ricordo preferito col capitano: il mio è a Coverciano, quando il Parma Calcio 1913 era solo una idea

28.05.2018 17:14 di  Simone Lorini  Twitter:    vedi letture
Tardini, tribunale, Arzignano, Firenze. Ognuno ha il suo ricordo preferito col capitano: il mio è a Coverciano, quando il Parma Calcio 1913 era solo una idea
© foto di ParmaLive.com

C'è chi vorrebbe parlare della favoletta Balotelli, chi ha in mente solo il mercato (mi sono arrivati messaggi di richieste di informazioni su quel nome piuttosto che quell'altro il giorno dopo la promozione, giuro) e chi invece è rimasto a ieri sera, come il sottoscritto, al saluto di uno dei più grandi atleti mai visti a Parma. La ricorsa e il tiro a Firenze sono indimenticabili, così come le arringhe davanti alla stampa dopo e prima il fallimento, la presenza davanti al tribunale, la rincorsa disperata alla salvezza di una società, quasi da solo. Ma anche le gioie della promozione dalla Serie D, il primo gol, la già citata rincorsa, tiro e gol nella semifinale di Firenze contro il Pordenone, la coppa alzata qualche giorno dopo e le tante gioie, in zona gol e non solo, regalate anche in Serie B. Fino a quel pianto finale, straziante perché simbolo di quello che ogni tifoso del Parma aveva nel proprio cuore in quel momento. Ognuno ha il suo ricordo preferito di un campione e guai chi glielo tocca. 

Lo vedete in foto il mio ricordo preferito: è un Alessandro Lucarelli più giovane di tre anni, con tre logoranti campionati di meno sulle spalle, ma ansiosi di mettersi alle spalle un'estate tremenda che lo aveva costretto a chiedere asilo alla squadra dei disoccupati pur di potersi allenare, a Coverciano. Il mio ricordo preferito è una intervista, ad un tavolino del bar del centro sportivo fiorentino, con il capitano passato e futuro del Parma che sorrideva perché il Parma Calcio 1913, inteso come società, stava prendendo forma, bensì la squadra fosse lontana anni luce dall'essere costruita o solo pensata. C'era uno staff, quello sì, a cui Lucarelli non mancò certo di dare consigli, come potete leggere nella chiacchierata fatta il 31 luglio del 2015. Era un capitano sorridente sì, ma con il ricordo di quanto passato ben presente in testa, come evidente dalle sue parole. Può sembrare strano che un ricordo ad un calciatore non sia legato ad un gol, ad un gesto tecnico, persino ad un errore. Per me quella chiacchierata a Coverciano è indimenticabile, anche perché proprio da lì sarebbe partita l'epopea del più grande capitano della storia del Parma.