Da Lauria a Calaiò, un volo verso la vittoria. D'Aversa paga la troppa voglia di vincere, ma i tre punti devono cementare un gruppo rinnovato

06.02.2017 12:18 di  Simone Lorini  Twitter:    vedi letture
Da Lauria a Calaiò, un volo verso la vittoria. D'Aversa paga la troppa voglia di vincere, ma i tre punti devono cementare un gruppo rinnovato
© foto di Alberto Porti/ParmaLive.com

L'anno scorso fu la rovesciata di Lauria. Quest'anno potrebbe essere la sforbiciata di Calaiò a dare il la per un gran finale. Il meraviglioso volo dell'Arciere restituisce al Parma tre punti importantissimi, che sembravano facili in avvio e che si erano trasformati in una montagna ripidissima. A onor del vero, tra andate e ritorno, il Pordenone ha un enorme credito con la fortuna, che ha abbandonato la squadra di Tedino proprio nel momento clou di ambedue le sfide: il Parma invece ottiene qualcosa in più di quanto avrebbe meritato, così come aveva raccolto ben meno di quanto aveva seminato nella trasferta di Venezia, ferita ancora aperta a sette giorni dalla sfida. L'obiettivo ora deve essere raccogliere l'enorme quantità di fiducia scaturita da questo successo e trasformarla in unità di intenti per un finale da vivere intensamente, a caccia del primo posto contro tutto e tutti. 


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Tralasciando il lato emozionale di una vittoria meravigliosa, la partita giocata dal Parma non è stata granchè: netta involuzione rispetto al meraviglioso primo tempo di Venezia, per esempio, complice le tante, forse troppe, novità messe in campo da un mister che appare esattamente l'opposto del proprio predecessore: D'Aversa chiede ai suoi una partenza sprint, che possa mettere subito in discesa la gara, una tendenza confermata anche ieri dal gol di Scavone e non solo. Ali offensive adattate a terzini, centrocampo di qualità e inserimento, caratteristiche pagano in zona gol ma non premiano quando la palla bisogna recuperarla. In campo ieri c'erano ben cinque nuovi acquisti su undici giocatori, una scelta coraggiosa ma con il senno del poi azzardata, che ha tolto stabilità ad una squadra vicina all'equilibrio perfetto sul finire del 2016. I tanti cambi sembrano aver interrotto certi automatismi e tolto certezze che ora andranno riguadagnate pazientemente, ma è il brutto e il bello del calciomercato. 

Passando a cose ben più positive, non mi stupisce più ormai il rendimento eccellente di un Nocciolini sempre più rivelazione, mentre ieri sono rimasto estasiato dalla prova di Baraye, il fratello gemello di quel giocatore svogliato e a tratti irritante di inizio stagione. Privato di compiti difensivi, il senegalese dà sfoggio della propria tecnica e velocità in ogni occasione, costruendo pericoli a pioggia per la difesa avversaria: da applausi i due assist al bacio per la testa di Munari, di cui uno è stato trasformato in gol. Con questa voglia e gli stimoli che evidentemente D'Aversa riesce a trasmettergli, il numero 10 diventa uno dei giocatori più temibili dell'intero campionato.