Aria pesante in casa Samb, parla il presidente: "Sono stufo. Se i tifosi non mi vogliono, cedo il club"

14.02.2017 17:20 di  Vito Aulenti  Twitter:    vedi letture
Aria pesante in casa Samb, parla il presidente: "Sono stufo. Se i tifosi non mi vogliono, cedo il club"
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A pochi giorni dal match col Parma, si respira aria pesante in casa Sambenedettese, con il presidente Franco Fedeli che, in una lunga intervista rilasciata a Riviera Oggi, si è lasciato andare ad un duro sfogo, dicendoci stufo dell'atteggiamento di parte della piazza nei suoi confronti: "Noi penalizzati dall'arbitro col Forlì? Ha ragione ma preferisco farmi sentire di persona piuttosto che parlarne pubblicamente, nelle scorse settimane ho discusso in modo acceso con uno di loro e ho protestato anche in Federazione. Uno investe soldi per far bene ma voi gli fate passare la voglia, gli ho detto. Ciononostante debbo dire che ieri (domenica, ndr) non abbiamo giocato. Il problema più grande, però, è una piazza difficile che ti mette subito sulla graticola, così non va bene. Non voglio che i tifosi vengano ad applaudirmi sotto casa per gli sforzi economici che sto facendo ma certe parole nei miei confronti non posso accettarle. Mi pare di capire che ci sia una sorta di premeditazione da parte di qualcuno che forse non è contento che la Sambenedettese sia in mano ad una persona non del posto. Basta che lo dicano e tolgo il disturbo, trovassero proprietari locali.

Io la lascio senza debiti. Oggi è lunedì e sto in ufficio molto amareggiato per quello che ho visto e sentito, oltre naturalmente per la brutta prestazione e il risultato negativo. Mi trovo in questo momento davanti alla mia scrivania ma non ho voglia di fare un c….,  la Samb dovrebbe essere per me uno sfogo oltre che un ‘giocattolo’ costoso e invece mi sta diventando un peso. Chi dice che sono un cog., chi dice che sono invadente, altri che non sono capace. Sono stanco e stufo. Tutte situazioni che mi stanno demotivando, troppe critiche gratuite nei miei confronti. Non voglio gratitudine ma solo essere lasciato in pace. E non attaccato  e magari insultato appena perdiamo una partita, pur giocando male".