Le grandi scommesse in panchina targate Krause: da Maresca a Cuesta, passando per Chivu

18.09.2025 16:00 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Le grandi scommesse in panchina targate Krause: da Maresca a Cuesta, passando per Chivu

Oggi scattano cinque anni di gestione targata Kyle Krause, un'esperienza che, seppur tra alti e bassi, ha provato a portare a Parma un modo di pensare diverso, senza certo rinunciare a scelte coraggiose. Questo aspetto si riflette anche per quanto riguarda la scelta degli allenatori che in questo quinquennio si sono seduti sulla panchina crociata. Quando infatti Krause si insediò a Parma, trovò come allenatore degli emiliani Fabio Liverani, scelto proprio poco prima che la proprietà americana diventasse ufficialmente padrona del club. Dopo gli scarsi risultati ottenuti nella prima parte del campionato 2020/2021, Krause esonerò Liverani optando per il ritorno in panchina di Roberto D'Aversa, ancora sotto contratto con gli emiliani. Come ben sappiamo, fu una scelta che non pagò, perché l'annata si concluse con la dolorosa retrocessione del Parma in Serie B.

Con la retrocessione (e la mancata conferma di D'Aversa), tuttavia, si presentò la prima vera occasione di optare per una scelta krausiana nel vero senso del termine. In quel caso, a guidare la ripartenza venne scelto Enzo Maresca, all'epoca 41enne e con una sola esperienza in panchina da allenatore vero e proprio, con l'Ascoli (avventura poco fortunata per l'ex centrocampista). In quel momento, la scelta Maresca fu senza dubbio coraggiosa: come detto, il tecnico non aveva ancora un solido background da primo allenatore, ma in tanti già parlavano molto bene delle sue abilità nel rapporto con i giocatori e nella gestione degli allenamenti. Tutte premesse interessanti, per una sfida che si presentava come rischiosa da una parte, ma anche molto allettante dall'altra: del resto, un allenatore italiano, giovane ma dal profilo molto internazionale (viste le sue esperienze negli staff di Siviglia e Manchester City, oltre a varie annate da calciatore trascorse all'estero) sembrava pienamente in linea con i desideri della proprietà americana, ancora scottata dalla retrocessione. Purtroppo in quell'occasione le cose non funzionarono: c'è chi dice che si sarebbe dovuto dare più tempo a Maresca, ma non sapremo mai come sarebbe andata. Fatto sta che l'esperienza Parma durò solo 13 partite di campionato per l'ex centrocampista, che lasciò i ducali al quattordicesimo posto in Serie B con soli 17 punti raccolti: da lì in poi, tuttavia, Maresca si ritagliò occasioni importanti, fino ad arrivare alla panchina del Chelsea, che guida tuttora dopo aver alzato con i Blues la Conference League e la Coppa del Mondo per Club. Come a dire che Krause ci aveva in effetti visto bene, ma forse in quel momento non era Maresca il profilo giusto per una squadra neo retrocessa.

La seconda, vera scommessa è arrivata lo scorso inverno, quando il rendimento altalenante del Parma di Pecchia causò l'esonero del tecnico pontino. A sostituirlo venne chiamato Cristian Chivu, che aveva il compito non semplice di salvare i crociati, soprattutto in virtù di un calendario davvero complicato. L'intuizione del neo direttore Cherubini, anche lui voluto da Krause, si rivelò però vincente: nonostante fosse il primo incarico da allenatore di una prima squadra, Chivu riuscì a condurre i crociati a una salvezza arrivata all'ultima giornata. Un cammino così importante quello del tecnico rumeno che, come sappiamo, dopo questi mesi sulla panchina emiliana fu scelto dall'Inter per raccogliere l'eredità di Simone Inzaghi. La scorsa estate, quindi, la proprietà crociata ha optato per una scommessa ancora più grande di quella fatta con Chivu, chiamando il neanche trentenne Carlos Cuesta. Spagnolo, anche lui profilo internazionale con esperienze in Italia e Inghilterra, Cuesta rappresenta la decisione più coraggiosa intrapresa sin qui dalla proprietà Krause. L'inizio in campionato non è stato dei più incoraggianti, ma, guardando le due scommesse precedenti, si può dire che a Parma ci sia ora un certo occhio per gli allenatori: la speranza è ovviamente che l'esperienza del giovane tecnico spagnolo si riveli più simile a quella di Chivu che a quella di Maresca - quantomeno nella sua parentesi crociata.

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