PL - A. Melli: “A nessuno interesserà chi ha vinto il campionato. Il calcio senza tifosi non ha senso”

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02.06.2020 19:00 di Niccolò Pasta Twitter:    vedi letture
PL - A. Melli: “A nessuno interesserà chi ha vinto il campionato. Il calcio senza tifosi non ha senso”
© foto di Alberto Massignan/ParmaLive.com

Dopo due mesi di buio finalmente negli ultimi giorni sono arrivate risposte dalla Lega Calcio, che ha deciso per la ripartenza della Serie A che, curiosamente, vedrà proprio il Parma come prima squadra a scendere in campo, all’Olimpico di Torino contro i granata di Moreno Longo. Di questo e più in generale di altri aspetti della ripartenza, la redazione di ParmaLive.com ne ha discusso con Alessandro Melli, storico attaccante del Parma ed ex team manager del club ducale.

Si riparte. La convince il programma stipulato dalla Lega?
“Faccio fatica a dare un giudizio ma credo che per certi aspetti ricominciare il campionato non abbia senso. Intendo sotto l’aspetto tecnico, credo che questo campionato non abbia più valore tecnicamente. Per chi vincerà lo scudetto, chi andrà in Champions e in Europa League non avrà lo stesso valore di un campionato normale però credo anche che la ripartenza serva a tutelare gli interessi, le società hanno fatto in modo che la macchina non venga spenta per cercare anche il prossimo anno di ripartire con normalità. Ripeto, non sono in grado di giudicare il calendario di per sé, dico che a me personalmente, e credo anche per i tifosi, il risultato tecnico avrà un’importanza quasi relativa. Non interesserà a nessuno sapere chi ha vinto, chi ha perso, chi ha fatto gol, a mio avviso tutto è andato un po’ a scemare”.

Quali sono i rischi maggiore per i calciatori? Dopo due mesi di inattività potremmo vedere più infortuni?
“Sicuramente questa sosta forzata condizionerà i ragazzi. Sono stati fermi, hanno lavorato singolarmente ma questi allenamenti non avranno la stessa valenza del lavoro sul campo in gruppo. Qualche problemino fisico lo avranno, ma credo che sia il problema minore per quella che sarà l’evoluzione di questo campionato”.

Alla ripartenza vedremo le cinque sostituzioni. Non crede che una decisione di questo tipo avvantaggi troppo le squadre con le rose più lunghe?
“Cinque cambi potrebbero agevolare le rose più ampie, con più qualità e disponibilità. Sarà un piccolo vantaggio per società importanti che hanno in rosa ampia scelta. Non so quanto influirà ma un po’ inciderà”.

Cosa dobbiamo aspettarci dal Parma?
“Io credo che il Parma vada applaudito per ciò che ha fatto fino ad ora, fino al momento della chiusura del campionato. Non me ne voglia nessuno ma il campionato io lo giudico fino a febbraio/marzo, fino a che è stato chiuso. Il Parma fino a quel punto ha fatto un ottimo campionato e aveva possibilità per raggiungere l’Europa League. Da qui ad arrivare alla fine del campionato ci sono tanti punti di domanda, diventerà difficile. Comunque vada, che il Parma arrivi in Europa o che si salvi (e si salverà senza alcun tipo di problema), che abbia un cammino diverso dalla ripartenza fino alla fine rispetto a quanto fatto vedere fino alla pausa non si potrà giudicare in maniera negativa. Si va avanti perché è giusto andare avanti, tenere la macchina accesa però sotto l’aspetto tecnico il mio giudizio si ferma a febbraio/marzo, quello che verrà d’ora in poi per me non ha più valenza. E lo sanno anche loro, però si deve andare avanti perché è giusto così, sono dei professionisti e il mondo del calcio va tenuto acceso, ma il risultato non ha più valenza”.

Non so se lei ha mai giocato in stadi vuoti, ma quanto incide giocare a porte chiuse?
“Il calcio senza pubblico non ha un senso logico quindi incide tantissimo sui giocatori, sulla squadra, sull’adrenalina, su tutto. Non esiste calcio senza pubblico. Io non ricordo di aver mai giocato in uno stadio vuoto e di conseguenza non so cosa si provi, ma immagino che sia qualcosa di molto triste, poco eccitante. C’è una differenza abissale tra giocare con lo stadio pieno e farlo da soli”.

Qualche giorno fa è stato il trentesimo anniversario della promozione in A del Parma. Lei che ne fu grande protagonista, cosa ricorda con più affetto?
“Ricordo che avevo la percezione di poter vivere una giornata importante, sia per me personalmente che per la città. Ricordo anche che durante la partita avevo dentro di me il desiderio indelebile di entrare nella storia segnando. Ho cercato di segnare dal primo all’ultimo secondo e ci sono riuscito alla fine, nel cuor mio volevo essere protagonista di quella partita lì, non dovevo essere soltanto una comparsa. Perché? Perché sono di Parma, perché sono cresciuto in curva, non potevo e non volevo mancare un’occasione così, soprattutto poi contro un avversario che per chi è di Parma è l’avversario”.

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