Nuovo Tardini, dal cambio del nome al periodo di chiusura: i temi sul tavolo della commissione consiliare

Nella giornata di giovedì 4 novembre si è riunita per la terza volta la commissione consiliare con lo scopo di portare avanti la discussione pertinente al progetto di rifacimento dello stadio. Dopo i primi passi mossi nelle due precedenti riunioni tenute nei mesi scorsi, nelle oltre tre ore di dialogo avvenute ieri ieri sono stati trattati due temi importanti, entrambi di particolare interesse dei tifosi del Parma.
Il primo riguarda la possibile modifica del nome dello stadio: sia chiaro, la denominazione "Ennio Tardini" in qualche modo rimarrà, ma come ormai avviene in molti altri impianti, l'ipotesi paventata è quella che possa essere affiancata da un brand commerciale, per un discorso di equilibrio economico. Esempi tangibili sono l'Allianz Stadium di Torino, il Gewiss Stadium di Bergamo ed anche il Mapei Stadium di Reggio Emilia.
Il secondo tema di dominio pubblico è quello relativo al periodo di svolgimento dei lavori: il Tardini verrà praticamente demolito e poi ricostruito, un'operazione che, a detta del chief operating officer del club ducale Stefano Perrone, durerà all'incirca 18 mesi.

Durante questo anno e mezzo il Parma sarà costretto a disputare le partite 'non più così casalinghe' in un altro impianto e la società ha già intrapreso i primi contatti con altre squadre al fine di valutare dove poter andare a giocare quando lo stadio sarà chiuso per lavori. Non sono emersi nomi specifici da parte del club, ma Piacenza e Bergamo sembrano essere due ipotesi realistiche di città che potrebbero ospitare le partite dei crociati durante il rifacimento. L'obiettivo sarà comunque quello di accorciare al massimo i tempi di realizzazione.
Si è inoltre discusso degli spazi commerciali previsti nel settore della tribuna, della gestione del nuovo parcheggio interrato e delle sponsorizzazioni che saranno fonte di ricavo per le casse della società.