D'Aversa: "Il rigore di Petagna mi fa ancora innervosire. Ma ora ripartiamo"

28.05.2020 21:26 di Sebastian Donzella   vedi letture
D'Aversa: "Il rigore di Petagna mi fa ancora innervosire. Ma ora ripartiamo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il tecnico crociato Roberto D'Aversa, ai microfoni di Rai Sport, ha analizzato la forma fisica dei gialloblù opo la ripresa degli allenamenti delle squadre di Serie A: "Pensavo peggio, il periodo di inattività è stato lungo e a differenza di quello estivo c'è stata chiusura in casa totale, seppur seguiti i calciatori non hanno potuto neanche fare una corsetta o giocare a tennis. Dai test mi aspettavo peggio, ma bisogna ragionare bene perché il rischio infortunio è elevato dopo questo periodo". 

Psicologicamente quanto ha pesato la situazione sulla sua squadra?
"Credo che tutto segue l'andamento della vita normale, siamo passati ad un momento in cui fosse poco e nulla, all'incertezza delle prime tre settimane, fino alla situazione drammatica del Nord Italia. Ora ripartire è la cosa più bella, i numeri dicono che il virus è più debole, ma dal punto di vista mentale è più semplice ora". 

Rivedendo le immagini dell'8 marzo, di quel Parma-SPAL, a cosa ripensa?
"Il rigore di Petagna mi fa ancora innervosire, anche se è passato tanto tempo. L'errore più grande sarebbe ripartire e fermarsi per il ritorno del virus. Mi auguro di no ovviamente ma qualche caso potrebbe saltar fuori e si tradurrebbe in non terminare il campionato".

Si potrebbe ripartire da Torino-Parma, dalla disputa dei quattro recuperi: 
"Sono d'accordo, permetterebbe la cristallizzazione della classifica: da parte nostra avremmo la possibilità di andare a Torino o a Genova a seconda delle scelte. Per noi sarebbe bello lavorare su cose certe, quello che è successo prima dell'interruzione del campionato è indecente, non sapevamo nulla su dove saremmo andati a giocare per tre settimane e mi auguro si possa ripartire migliorando. Tutto quello che è successo ci deve aiutare a migliorare, l'organizzazione non dipende dalle struttura, in riferimento alla Bundesliga". 

In Bundesliga hanno deciso in tempi molto più rapidi: 
"C'è stata unità di intenti, i club più ricchi hanno aiutato quelle meno e chi doveva decidere lo ha fatto, punto e basta. In Italia ascoltiamo troppe campane". 

Lei sarebbe per la ripartenza del calcio?
"Con tutti i monitoraggi che abbiamo c'è una buona base per ripartire, ci deve essere convivenza con il virus, non ha senso aspettare che il CoViD sparisca del tutto. I tamponi servono proprio per capire chi può continuare ad allenarsi e chi deve essere isolato. Noi, pur non essendo in ritiro, dobbiamo fare una vita regolare per non mettere in pericolo nessuno e non sprecare i sacrifici economici visto che facciamo tamponi ogni quattro giorni".

Slot orari: i calciatori sono contrari a giocare nel pomeriggio in estate, da allenatore cosa dice?
"Noi ci alleniamo la mattina presto, vi posso garantire che già ora fa molto caldo e mettere i ragazzi in difficoltà anche dal punto di vista degli orari e farli giocare con un caldo atroce, non è proprio il caso. Ricordo un anno in cui ho giocato per lo più la sera, a Terni, lo spettacolo sicuramente ne giovava".  

Visto l'attuale livello dell'allenamento delle squadre, che ripresa si attende il 20 giugno?
"Come lo stiamo vedendo nel campionato tedesco, l'intensità non è la stessa. Ho visto diverse partite, anche il Klassiker, l'assenza di pubblico non aiuta e anche l'infortunio di Haaaland fa pensare visto che è un ragazzo giovane". 

Che tipo di preparazione avete fatto in vista della ripresa?
"Generica, si lavora su noi stessi e non sull'avversario. Una volta saputo il calendario, il lavoro sarà proiettato verso la squadra che andremo ad affrontare. Le parole sulla ripresa? La scelta fatta è importante per tutto il movimento".