Bosi: "Il Parma non giocherà a Reggio durante i lavori. Prossimo step il 6 gennaio"

30.12.2021 17:27 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Bosi: "Il Parma non giocherà a Reggio durante i lavori. Prossimo step il 6 gennaio"

Marco Bosi, vicesindaco di Parma e assessore allo sport, si è intrattenuto presso il canale YouTube Papirus Ultra dove ha potuto spiegare l'andamento dei lavori circa il nuovo stadio Tardini. Di seguito, le dichiarazioni rilasciate da Bosi:

Ci parli innanzitutto del rapporto che ti lega con la squadra:
"Ho cominciato a seguire il Parma da bimbo, a 9 anni, quando mio padre mi ha fatto il primo abbonamento. Era il 1995, lo stesso anno di esordio di Buffon, e quello è uno dei miei primi ricordi al Tardini. Ero un ragazzino che sognava di giocare in porta come Buffon. Sentire annunciare la formazione allo stadio è veramente uno dei primi ricordi sportivi che ho e che mi lega anche a mio padre". 

Potrebbe riassumerci in modo semplice quelle che sono state le fasi precedenti, quelle future e le tempistiche del nuovo stadio?
"Io ho cominciato a parlare di stadio addirittura nel primo mandato e abbiamo messo nero su bianco la nostra visione sulla riqualificazione del Tardini nel nostro programma elettorale 2017. Ci tengo a dirlo perché credo fortemente che oggi lo stadio debba essere un luogo da vivere 365 giorni all'anno. Ho fatto questo ragionamento con il Parma di "Nuovo Inizio" e sono arrivati loro a depositare una proposta, poi poco dopo il Parma è stato ceduto e la nuova società voleva il suo stadio. Quando si vuole realizzare uno stadio si tratta di un progetto con il Comune attraverso una legge ad hoc, la legge stadi, che si ispira al project financing: ovvero, un privato ha intenzione di costruire o riqualificare un immobile pubblico per poi gestirlo ed ottenere un ricavo che gli ripaga l'investimento ed erogare un servizio che è di interesse della collettività. L'impresa fa questa proposta al comune dopo che ne ha dichiarato il pubblico interesse e mette la messa a gara. Il problema è il rispetto delle tempistiche del pubblico, cosa difficile da spiegare alla proprietà attuale. Il Parma Calcio ha depositato il suo progetto, il 21 di maggio si è aperta la conferenza dei servizi e il comune aveva 90 giorni per chiudere la conferenza dei servizi e dare il responso, ma i novanta giorni sono già scaduti ad agosto perché c'è stata una sospensiva di un mese. Il privato inoltre, in questo caso, ha proposto di intervenire interamente con risorse proprie, mentre il Comune interviene mettendo il bene e il terreno. Parliamo di un intervento privato da 90 milioni. Non è possibile cambiare sito per questo motivo, il privato ha domandato il pubblico interesse su quel bene specifico in quella posizione, mettendoci i soldi e gestendola per 90 anni. Quando il Comune delibera sul pubblico interesse, poi parte la gara per la costruzione tramite la progettazione definitiva. Spostare il luogo tra l’altro richiederebbe ben più di cento milioni per uno stadio ex novo. Dovunque in Italia e in Europa si è intervenuto sullo stadio nella posizione in cui si trovava".

Cosa manca ancora?
"Io la mia visione l'ho già data ampiamente, poi giustamente il consiglio comunale si esprimerà, ma il gruppo di maggioranza ha più volte ribadito di essere favorevole all'opera. Nel progetto definitivo bisognerà anche rispondere ad alcuni quesiti: ci sono più difficoltà, come i vari comitati, e non è facile mettere d’accordo tutti. Il problema principale è quello della viabilità, noi andiamo ad intervenire sulla zona, poi saltano fuori situazioni come quelle della scuola Puccini che improvvisamente è passata dall'essere una cosa di cui si poteva anche fare a meno, spostandola da un'altra parte, ad essere una cosa imprescindibile. Il ruolo della conferenza è di cominciare ad individuare le criticità ed è quello su cui Parma ha lavorato maggiormente. Lo stadio Tardini ha un grande pregio, che è quello di permettere di far defluire le persone con una velocità tale che non ha nessuno stadio in Italia, la difficoltà è soprattutto nelle fasi antecedenti alla partita, mentre quando la partita termina, se voi ci fate caso, in 20 minuti chi esce si è già allontanato dallo stadio. Stiamo poi ragionando su un parcheggio, il minimo richiesto dall'UEFA è 150 posti. Quando si fa un progetto del genere sui 90 anni bisogna tenere conto anche delle ambizioni, di quello che può riservare il futuro delle coppe europee. Il progetto è pensato perché vada a beneficio soprattutto di chi lì intorno ci vive, che non veda solo l'interesse del Parma Calcio, non solo l'interesse dei tifosi, ma di tutti i parmigiani: non è semplice far coincidere tutto in un nuovo progetto, e poi la cosa bella è che qualcuno degli edifici circostanti si lamenta del fatto che ci sia uno stadio lì, quando è arrivato prima lo stadio".

Che possibilità c'è che i lavori comincino a maggio?
"Onestamente, il 10%: dovremmo essere dei fenomeni, lo slittamento di due mesi dell’ANAC ci ha portato fuori dalla tabella di marcia e so che Krause sta spingendo al massimo su questo. Se ragioniamo per l'estate già è più possibile, ma dovremmo capire cosa vorrà fare il Parma, se potrà giocare in un cantiere o dovrà trasferirsi. Non credo si possa giocare a Reggio, per fare un esempio, perché ci sono già due squadre, poi dipende dalle prefetture locali. Comunque la società mi ha detto che ha già un piano".

Quale sarà il futuro del nome dello stadio?
"Ho incontrato i nipoti di Tardini: è stato un incontro legato soprattutto al nome di un nuovo stadio che è un altro tema che avremmo affrontato. Il Comune è consapevole che ci sarà una volontà da parte del Parma Calcio e anche a bilancio dell'investimento di affiancare al nome attuale un brand come fanno tutte le squadre che hanno ristrutturato gli stadi. Riteniamo che siano comprensibili gli interessi commerciali del Parma di affiancare appunto un brand mantenendo l’intitolazione".

Quella che vediamo noi nei rendering che fase del progetto è?
"Il Parma Calcio ha iniziato a dialogare con noi sul progetto quando si è insediata la nuova proprietà: eravamo a fine agosto, ha dovuto poi individuare uno studio di progettazione, e questa progettazione ha sviluppato una prima bozza che è stata presentata il 6 aprile. Nell'arco di 8-9 mesi, quindi, per forza di cose non si può trattare di un progetto fatto e finito. Rispetto a queste immagini, per esempio, una cosa che ho fatto notare all'architetto è che nella parte dove c'è il buco così tra la tribuna e la curva prevederei alcuni posti in modo da generare un andamento un po’ più ondulatorio e non creare questo taglio netto che secondo me spezza un po’ anche il clima: ne risente lo stadio. Ovviamente questo senza superare l’altezza prestabilita, s'intende. Vorremmo dare l’idea di uno stadio chiuso. Dobbiamo lavorare su uno stadio vecchio decenni rendendolo moderno ma senza renderlo più impattante visivamente. Un altro esempio sono le torri faro che saranno rimosse, le luci saranno incluse nella copertura così che vi sia anche meno inquinamento luminoso".

Cos’è successo con l’ANAC?
"Chi ottiene la concessione deve avere una serie di requisiti che sono principalmente economici da un lato e tecnici dall'altro: vuol dire essere solidi economicamente e avere i requisiti tecnici di cantiere. È stato posto il dubbio se la società possedesse questi requisiti, quindi il documento depositato è stato inoltrato all’ANAC, che ci ha scritto per chiederci lumi sui vari aspetti. Il 23 dicembre l'ANAC ci ha scritto formalmente dicendo che in questa fase il Parma Calcio non deve presentare dei requisiti tecnici e quindi si poteva tranquillamente arrivare a pubblicare la dichiarazione di pubblico interesse. La lettera a Draghi invece era l'attivazione di una procedura prevista dalla legge nel caso in cui le delibere non arrivino entro 90 giorni dall’apertura della conferenza dei servizi, quindi si può intimare il Presidente del Consiglio perché si attivi perché il consiglio comunale deliberi".

Ci sono dei vincoli a livello di sovraintendenza?
"Sta valutando i vincoli da porre sull'impianto: certamente verranno apposti, verranno salvaguardati integralmente l'ingresso monumentale e i due edifici ai lati. Non credo sarà apposto alla parte di tribuna risalente all’impianto originario, servirà capire come collimare tutti gli aspetti, come per esempio il parcheggio sotterraneo che andrà integrato, non essendoci oggi".

Si creerà un museo dello sport locale?
"Sarebbe bello secondo me approfittare di questa occasione per creare un museo, segno anche di questo nome che racconti un po’ la storia del calcio a Parma e che la gente che visita Parma possa usufruirne, visitare il museo e magari assistere all’allenamento. Due associazioni di veterani dello sport mi hanno chiesto a più riprese un museo generale dello sport, e ho sempre risposto che l’occasione sarebbe stata la ristrutturazione dello stadio o del palazzetto".

Quindi ora cosa ci attende?
"Il 6 gennaio ci sarà questo prossimo step, dobbiamo aspettare ancora dopo l'approvazione del pubblico interesse, il Parma Calcio avrà la facoltà di depositare un progetto definitivo e a quel momento il Comune dovrà indire la conferenza dei servizi decisoria che dovrà chiudersi entro 120 giorni con approvazione o respingimento anche del progetto definitivo. Dopodiché c'è una gara e ci sono 90 giorni, il proponente viene invitato alla gara e vince l’offerta migliore. È scontato sia quella del Parma, ma essendo una gara pubblica potrebbe partecipare chiunque. Il Parma, essendo promotore, ha comunque facoltà di pareggiare qualsiasi offerta maggiore alla sua".