Lucarelli: "Il senso di appartenenza dei tifosi è incredibile. Ora consolidiamo la A, poi vedremo..."

17.01.2019 15:51 di  Alessandro Tedeschi  Twitter:    vedi letture
Lucarelli: "Il senso di appartenenza dei tifosi è incredibile. Ora consolidiamo la A, poi vedremo..."
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© foto di Matteo Papini/Image Sport

Lunga intervista di Alessandro Lucarelli concessa ai microfoni di Football-Italia.net, in cui ripercorre i momenti salienti della sua avventura in crociato, dall'arrivo in Serie B alla rinascita, passando per il fallimento: "Sono arrivato a Parma nel 2008 grazie a mio fratello Cristiano, ma all'inizio non fu tutto positivo, poichè i risultati non furono ottimali e di conseguenza le mie prestazioni al di sotto delle aspettative. Dopo il cambio di tecnico invece, con l'arrivo di Francesco Guidolin, le cose hanno iniziato ad andare meglio e li è cominciato il bellissimo campionato che ci ha riportato in massima serie".

Tra il 2009 e il 2015 hai vestito la crociata 193 volte, diventando capitano:
"Si, è stato un periodo in cui ho cominciato a sentirmi più responsabile e diventando il capitano ho avuto ancora più responsabilità nei confronti del club".

Quando hai iniziato a capire che c'erano problemi nel club?
"Avevamo oltre 200 giocatori sotto contratto, la situazione non era chiara e c'erano molti dubbi sulla società. La comunicazione tra dirigenza e squadra era buona, noi credevamo in loro e ci fidavamo, visto che ci avevano sempre dato garanzie su tutto. Nessuno di noi immaginava che la società sarebbe fallita di li a poco, e ci era stato assicurato che la situazione finanziaria era buona, mancava soltanto denaro liquido che sarebbe arrivato dopo poco. Siamo stati presi in giro".

Perchè hai deciso di rimanere anche in Serie D?
"Sono rimasto perchè il falimento l'ho vissuto sulla mia pelle. Ho speso molte energie per salvare il club, senza ottenere nulla. Così mi è sembrato giusto che la squadra ripartisse dal suo capitano, dovevo fare qualcosa per riportare Parma dove merita. Ho avuto qualche offerta da altre squadre, ma non volevo giocare da nessun'altra parte perchè il calcio mi aveva deluso. Se non avessi continuato con il Parma, avrei smesso".

Raccontami gli inizi del nuovo Parma:
"All'inizio non è stato facile, abbiamo dovuto fare tutto in fretta e furia, dall'iscrizione al campionato fino all'allestimento della rosa per affrontare la Serie D. La nuova società fu da subito ottima, e di positivo ci fu che era formata da imprenditori di Parma che fu una garanzia per tutti noi".

Cosa ha pensato la tua famiglia quando hai deciso di ripartire dai dilettanti?
"Mi consigliarono di lasciare, era un grosso rischio ripartire dalla D dopo una carriera tra i professionisti. Ho fatto una scelta di cuore, il mio istinto mi diceva di continuare".

Quanta differenza ha fatto affidare la ripartenza ad icone come Scala ed Apolloni?
"Aver affidato la guida tecnica a uomini che hanno fatto la storia del club ci ha dato una grossa mano, specialmente all'inizio. Sono stati un grande punto di riferimento per tutti".
 

Che sensazioni hai provato al ritorno in Serie A?
"Era un sogno diventato realtà, non mi sarei mai aspettato di farcela in soli tre anni. Ho vinto la mia battaglia, ho chiuso l'intero viaggio nel miglior modo possibile, è stata un'emozione incredibile. E' stato come restituire alla città ciò che le era stato ingiustamente tolto. I tifosi ci hanno dato un grande appoggio sin da subito. Il senso di appartenenza e l'amore per questo club è imparagonabile a qualsiasi altra situazione. 10000 abbonati in Serie D e migliaia in tutte le trasferte".

Cosa riserva il futuro del Parma? 
"Nel breve termine il Parma deve stabilizzarsi in Serie A, poi speriamo ci sia la forza di fare qualcosa in più".