PL - Cucchi: "Credo molto nel Parma, non è più una piccola. Kulu, segui l'esempio di CR7"

@ESCLUSIVA PARMALIVE - RIPRODUZIONE RISERVATA
28.10.2019 21:36 di  Vito Aulenti  Twitter:    vedi letture
PL - Cucchi: "Credo molto nel Parma, non è più una piccola. Kulu, segui l'esempio di CR7"
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca

Intervenuto ai nostri microfoni, Riccardo Cucchi, noto giornalista nonché voce storica di RadioRai, ha così parlato del match andato in scena sabato scorso a San Siro tra Inter e Parma: "Ho visto un'Inter che ha provato in tutti i modi a vincere la partita, probabilmente anche con qualche scoria legata agli sforzi di Champions League. Ma soprattutto ho visto un Parma che gioca la palla e che si propone. E' bello che sia tornato nel nostro campionato il principio secondo cui i risultati si possano ottenere attraverso il gioco. Credo ci sia un nuovo equilibrio in A che consente alle squadre che non sono di primissima fascia di competere e di rovesciare i pronostici".

Al termine della gara, sia i tesserati dell'Inter che quelli del Parma si sono detti rammaricati per la mancata vittoria. Alla fine, chi ha ragione secondo lei?
"Come sempre, la verità è nel mezzo. Ognuno di noi legge le partite con la propria lente di ingrandimento: i tifosi dell'Inter sono convinti che avrebbero meritato i nerazzurri, quelli del Parma invece penseranno che i tre punti sarebbero dovuti andare alla formazione crociata. Da osservatore terzo, posso dire che il risultato, in qualche modo, rispecchia l'andamento della partita". 

E' d'accordo con la decisione del VAR di convalidare il gol di Lukaku?
"Non amo parlare del VAR né degli episodi arbitrali. Anzi, approfitto della sua domanda per dire che, da fruitore del calcio, da giornalista, da innamorato del pallone, sono abbastanza stanco del fatto che, dopo 90' di gioco ed emozioni, rimangano esclusivamente le discussioni attorno al VAR e alle decisioni arbitrali. Credo che la narrazione del calcio stia consegnando a tutti noi una lettura orribile: torniamo a parlare di calcio, rispettiamo le decisioni degli arbitri e lasciamo lavorare il VAR, senza pensare che quest'ultimo possa risolvere dei problemi che non saranno mai risolti. Le nostre opinioni non contano niente, è l'arbitro che interpreta e decide".

Non pensa che, paradossalmente, le assenze dei due centravanti di ruolo abbiano reso l'attacco del Parma ancora più imprevedibile e difficile da contenere?
"Se analizziamo la gara contro l'Inter, questa analisi è senza dubbio vera. Probabilmente, in quella partita, questa situazione tecnico-tattica può aver agevolato il Parma, però non vorrei che si bocciassero i due assenti. Ogni partita fa storia a sé e va interpretata singolarmente: magari in altre occasioni, la presenza di chi non era in campo a San Siro potrebbe risultare decisiva. Nessuno di noi è più in grado di memorizzare una formazione come si faceva una volta: il turnover è uno degli elementi fondanti del calcio moderno, bisogna abituarsi".

Nel corso della sua carriera, ha avuto modo di commentare le gesta di tanti campioni. Pensa che in futuro possa essere definito tale anche Kulusevski?
"Sa, siamo tutti un po' frettolosi. Anche i giornalisti lo sono ultimamente. Però la valutazione sul fuoriclasse non può essere espressa nel giro di poche partite: penso ad esempio a ciò che è avvenuto a Piatek, paragonato da qualcuno addirittura a Van Basten: il rossonero è un buon giocatore, ma prima di abbinare il suo nome a quello dell'olandese bisogna essere molto molto cauti. Io credo che Kulusevski sia un giocatore di qualità, tuttavia, per diventare fuoriclasse ci vuole lavoro, lavoro, lavoro. Sotto questo punto di vista, credo che Cristiano Ronaldo sia un grande esempio".

Dove può arrivare questo Parma?
"Ho l'impressione che quest'anno ci sia stato un salto di qualità. E' inutile che mi soffermi su questa straordinaria galoppata che ha riportato - per fortuna - il Parma nel calcio che conta. Parma è una città a cui sono personalmente molto legato per i ricordi del passato, sono molto felice che i ducali siano tornati in Serie A. Credo che quest'anno si possa veramente delineare un futuro un pochino più chiaro. Noi per semplificare, generalmente, dividiamo il campionato tra grandi, medie e piccole. Ebbene, mi pare che oggettivamente il Parma non si possa più considerare una piccola. Ormai si può ampiamente dire che il Parma sia una squadra di media fascia: secondo me ha un grande potenziale, può ulteriormente crescere. La concorrenza è tanta, ma se io fossi un tifoso parmigiano penserei di poter arrivare, con un pizzico di fortuna, alla qualificazione europea. Se non sarà quest'anno, magari sarà il prossimo. Però credo nel potenziale del Parma".