Superato lo scoglio Como, ora servono conferme a Palermo. Bravo Pecchia a non aggrapparsi agli infortuni: è così che si trasmette fiducia alla squadra

04.11.2022 00:00 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Superato lo scoglio Como, ora servono conferme a Palermo. Bravo Pecchia a non aggrapparsi agli infortuni: è così che si trasmette fiducia alla squadra
© foto di ParmaLive.com

La prova del Parma contro il Como ha strappato applausi e consensi un po' da tutti, anche da noi. Non era facile, vista la mole straordinaria di indisponibili - addirittura tredici! - che ha colpito la squadra crociata. Certo, non potevamo aspettarci una partita di altissimo tasso tecnico, e infatti è stato così: una partita aspra, brutta, decisa da un gol su palla inattiva. Ma forse era esattamente quello che ci voleva per il Parma in questo preciso momento storico, e a farmi dire una frase che l'anno scorso è stata un leitmotif mai del tutto compiuto: il Parma si è davvero calato nella Serie B. Per questo è una vittoria particolarmente importante, che è giusto caricare di significato al di là dei tantissimi infortunati, aspetto che comunque prima o poi andrà risolto una volta per tutte. Ora, però, superato lo scoglio Como, il Parma è atteso da una prova forse ancora più complicata, quella di Palermo: ci sarà bisogno di un altro salto di qualità, perché i crociati giocheranno in un'atmosfera molto calda che lo scorso anno ha dimostrato di patire (per esempio la sconfitta contro la Reggina). Qualcosa dall'infermeria si sta muovendo, ma è evidente che gli indisponibili saranno comunque ancora parecchi.

A proposito di infortuni, secondo me un ulteriore applauso particolare lo merita mister Pecchia. Tante, troppe volte (anche a Parma) sentiamo gli allenatori aggrapparsi agli infortuni, specificando che "non è per avere alibi", ma di fatto involontariamente finiscono così per trovare una scusa, anche se derivante da un fatto oggettivo. Nella conferenza pre-gara di Parma-Como non ho sentito una sola parola da Pecchia su questo aspetto: per me è una mossa da vincente, perché è così che si dà responsabilità a chi scende in campo, anche perché è inutile piangere chi in quel momento non può dare un contributo attivo sul terreno di gioco. Troppo spesso, nel giudicare il lavoro degli allenatori, ci limitiamo solo agli schemi, alle sostituzioni, alle formazioni iniziali, ai risultati, a vedere i giocatori valorizzati: ma le capacità di un tecnico vanno ricercate anche nella sua comunicazione, ed è un aspetto molto meno banale di ciò che potrebbe sembrare.