Poche scuse: date la panchina d’oro a Roberto D’Aversa

05.02.2020 21:00 di  Sebastian Donzella   vedi letture
Poche scuse: date la panchina d’oro a Roberto D’Aversa
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© foto di Massimiliano Vitez/Image Sport

Lo ha fatto capire, senza mezzi termini, anche il “mago” Gasperini. Il miracolo crociato ha un nome e cognome: Roberto D’Aversa. Nulla da togliere a una società solidissima, a una rosa comunque di qualità, a un diesse che quella rosa l’ha costruita al punto da finire nel mirino dell’Inter. E nulla togliendo, ovviamente, a un pubblico che ha continuato ad amare il Parma ovunque, nella buona e nella cattivissima sorte. 

Però l’artefice della straordinaria stagione gialloblù, nonché grande protagonista della storica risalita, è l’”antipatico” Roberto D’Aversa. Uno che non si alliscia i giornalisti (e se potesse, probabilmente, ne farebbe a meno). Uno che parla poco ma quando lo fa ne lascia traccia (come le dichiarazioni su Gervinho, diventate virali sui social). 

Uno che il suo lavoro, sul campo e nello spogliatoio, lo sa fare. E che ci vede lunghissimo. Dall’aver predestinato un grande futuro già in ritiro al semi-sconosciuto Kulusevski, all’aver reso titolari fissi di Serie A i vari Gagliolo, Iacoponi, Barillà, Scozzarella. Per aver fatto diventare ancora più forte chi forte già lo era, come Kucka. Per aver fatto tornare a giocare Gervinho, confinato nel suo ritiro dorato in Cina, con una gestione del minutaggio da applausi. Per aver tolto dal limbo Sepe, mai così continuo in massima serie. Per la bellezza di come ha saputo mettere insieme Bruno Alves e Dermaku.

Per aver saputo convivere con le emergenze infortuni, prima a centrocampo e poi in attacco, con formazioni forzatissime ma che hanno quasi sempre portato punti. Per aver condotto il Parma in alto senza i suoi acquisti più costosi come Inglese e Karamoh. Per aver reso capocannoniere Cornelius, uno che ha passato un terzo della stagione a guardare i compagni per infortunio e un altro terzo da subentrante spesso per preservarlo. 

Per come ha saputo gestire Parma e il Parma alla sua prima esperienza in una squadra di Serie A. Per come si torna a sognare l’Europa a Parma quando già la salvezza in queste condizioni è un mezzo miracolo. E se la stanchezza prenderà il sopravvento chissenefrega, la salvezza è a un passo a quattro mesi dalla fine.  

A uno così, come fai a non dare la panchina d’oro della prossima stagione già a febbraio?