Ok le attenuanti, ma i numeri parlano chiaro. Eppure esiste una ricetta per evitare l'appagamento dopo la salvezza

20.07.2020 22:52 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Ok le attenuanti, ma i numeri parlano chiaro. Eppure esiste una ricetta per evitare l'appagamento dopo la salvezza
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Cinque punti nelle nove gare post-lockdown. Un punto nelle ultime sette. Cos'è successo al Parma? Non è facile darsi una spiegazione, anche se è evidente come il nervosismo inizi a serpeggiare tra i tifosi. La salvezza non è in discussione, per carità, ma è evidente che i tifosi si sarebbero aspettati un finale di stagione più degno del campionato sin qui disputato dai crociati. Roberto D'Aversa è finito sul banco degli imputati stando al pensiero del pubblico di fede gialloblu, ma, si sa, l'allenatore è sempre il primo a essere messo in discussione quando le cose non vanno bene. E' doveroso anche premettere come il Parma possa aver sofferto più di altre squadre la ripartenza dopo lo stop: in primis, per la rosa non lunghissima - e il pensiero va anche a quel centravanti che sarebbe dovuto arrivare a gennaio e che poi non si è riuscito a prendere. In secondo luogo, per gli infortuni e gli indisponibili, argomento anche molto attuale se si considera che contro la Sampdoria i crociati erano privi di pilastri come Alves, Kucka e Cornelius, con Inglese ancora a mezzo servizio. In terzo luogo, alcune decisioni arbitrali hanno fatto la differenza, unite a un po' di sfortuna in momenti topici di alcune gare giocate in queste ultime settimane (specie in quelle partite che il Parma non avrebbe meritato di perdere).

Tutte queste cose appena descritte, comunque, non possono essere degli alibi, giacché i (brevi) numeri che ho snocciolato nella prima riga dell'editoriale sono abbastanza impietosi: è una media da retrocessione. E ritorniamo alla domanda su cosa sia successo al Parma: verrebbe facile rispondere che sia sorto un po' di appagamento dopo la consapevolezza di avere ormai raggiunto la salvezza, in particolare dopo la scintillante prova contro il Genoa. Ipotesi comunque vera solo relativamente, visto che contro Inter ed Hellas Verona i crociati erano andati in vantaggio e avevano disputato anche due buone gare. Però qualche riflessione va fatta, ed è una situazione che ha qualche parallelismo con la scorsa stagione, giacché, se vi ricordate, allora il periodo di crisi iniziò dopo un'altra bella vittoria (in quel caso contro l'Udinese). Eppure, come ho scritto nel titolo, ci sarebbe una ricetta per evitare qualsiasi forma di appagamento dopo la salvezza. Mi torna infatti alla mente il Parma di Donadoni, nella stagione 2011/2012: quel Parma fu capace di infilare sette vittorie nelle ultime sette partite, arrivando addirittura a -2 dalla qualificazione in Europa League centrando l'ottavo posto finale. Ebbene, prima di quell'incredibile filotto (serie positiva che non venne mai raggiunta in campionato nemmeno dal Parma di Scala, di Ancelotti o di Malesani, il che la dice lunghissima!), il Parma si trovava comunque in una posizione di classifica tranquilla, lontano dai rischi della retrocessione ma tecnicamente, come si suol dire in quei casi, "senza più nulla da chiedere al campionato". No, non sto consigliando D'Aversa di citofonare a Donadoni (e non credo proprio che abbia bisogno dei miei consigli, figuriamoci), se è questo che vi chiedete: è evidente che parliamo di squadre diverse, giocatori diversi, situazioni e addirittura epoche diverse visto che sono passati otto anni. Dico solamente che è assolutamente possibile continuare a coniugare risultati e buon gioco anche dopo il raggiungimento della salvezza: cosa non scontata, certo, ma si tratta di un desiderio legittimo da parte dei tifosi, il cui malcontento, se a volte può apparire esagerato, ai miei occhi risulta comunque comprensibile.

Ora, quale sia il motivo di questo calo e se ci sia stato davvero un appagamento non possiamo dirlo, non essendo nella testa dei giocatori. Di sicuro c'è che bisogna lasciarsi questo periodo alle spalle, e ricominciare a far punti a partire da quell'atteggiamento su cui da anni mister D'Aversa insiste nelle sue conferenze pre-partita. Magari a partire dal match con il Napoli. Per i giudizi definitivi rinviamo il tutto a fine anno, quando potremo leggere la classifica finale e capire in quale posizione sarà il Parma.