"Meglio lasciarci che non esserci mai incontrati": così i tifosi sognano il debutto in A di Baraye. E in attacco, chi arriverà?

24.01.2019 20:00 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
"Meglio lasciarci che non esserci mai incontrati": così i tifosi sognano il debutto in A di Baraye. E in attacco, chi arriverà?
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Io mi dico che è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati
"
(Fabrizio de André - Giugno '73, dall'album "Volume 8")

Credo che non ci siano parole migliori di questo capolavoro immortale di Fabrizio de André per iniziare a parlare del rapporto tra Yves Baraye e il Parma. Sembra ieri che il senegalese classe '92 arrivò a Parma in punta di piedi, nell'anno della rinascita dalla Serie D. Baraye arrivava da qualche stagione un po' interlocutoria in Serie C, un percorso abbastanza comune per quei giocatori di proprietà di una squadra di A che vengono sballottati in prestito da una parte all'altra dello Stivale, spesso senza che la squadra proprietaria del cartellino creda più di tanto nel calciatore. Ed è lì che Baraye fa una scelta coraggiosa: per scendere in D al Parma aveva rinunciato a essere di proprietà del Chievo. Così inizia una storia d'amore: Baraye trascina il Parma in C a suon di gol, giocando praticamente da centravanti e dimostrandosi di almeno una categoria superiore. L'esultanza in maschera contro la Ribelle, la trasferta in treno con i tifosi a Forlì, poi la stagione in C, dove con Apolloni il senegalese si sacrifica fino a fare la mezzala; e, sempre in Serie C, quello che è forse l'apice dell'esperienza del senegalese a Parma, ovvero i gol nei derby con la Reggiana. Poi una stagione in B, in tono minore, ma sempre con il suo contributo: ricordo ad esempio il gol di Insigne al Carpi, arrivato al termine di una stupenda combinazione con lo stesso Baraye. Il comunicato dei Boys di questi giorni rende giustizia a quello che è il pensiero dei tifosi: Baraye in campo, anche solo per una presenza, anche solo cinque minuti, in Serie A. Perché Parma non dimentica, Parma è riconoscente e grata e questo lo sanno anche i calciatori. Poi certo, ognuno andrà per la sua strada, ma appunto, come cantava De André: è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati, caro Yves.

Il presente, però, ci impone di tornare all'attualità e al calciomercato, il quale a sua volta non lascia spazio ai sentimenti. Ce ne stiamo accorgendo visto che lentamente stanno salutando i vari protagonisti della promozione in Serie A: l'ultimo è stato Totò Di Gaudio, e probabilmente ce ne saranno ancora (Ceravolo e Calaiò gli indiziati principali, poi forse anche Dezi). Resta dunque da chiedersi chi altro arriverà, in particolare nel settore offensivo. Di certo, qualora partissero i due centravanti, servirà un vice Inglese. E forse anche un esterno d'attacco - ed è in tal senso che va letta la suggestione Iturbe. Non manca moltissimo al termine del calciomercato, ma di una cosa possiamo stare certi: ci si può fidare del ds Faggiano. Al momento, Stepinski potrebbe essere davvero il profilo ideale: vice Inglese fino a fine stagione, e poi dall'anno prossimo titolare, qualora l'ex Lumezzane e Chievo torni a Napoli. Vedremo che succederà: il mercato può ancora riservarci delle sorprese.