PL - Nuovo Tardini, Bosi: "Obiettivo iniziare i lavori a maggio. Durata del cantiere? Circa 2 anni"

Lunga chiacchierata con Marco Bosi riguardo il tema "Nuovo Tardini". Tempistiche dell'iter intrapreso, motivazioni e spiegazioni rispetto le volontà di entrambe le parti, novità che stuzzicheranno l'attenzione dei tifosi: un'esclusiva di ParmaLive.
25.12.2023 10:14 di  Rocco Azzali   vedi letture
PL - Nuovo Tardini, Bosi: "Obiettivo iniziare i lavori a maggio. Durata del cantiere? Circa 2 anni"

L’ex vicesindaco della città, oggi assessore del Comune di Parma con deleghe a Bilancio, Sport, Patrimonio e Food Policy, Marco Bosi ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva ai microfoni di ParmaLive.com in merito alla questione del Nuovo Tardini. Queste le sue parole, partendo dal discorso riguardante lo slittamento della Conferenza dei Servizi Decisoria: “La Conferenza è in corso, anche se in questo momento è temporaneamente sospesa in attesa delle integrazioni da parte del Parma. Che credo siano a buon punto, da quanto mi è stato comunicato. Attendiamo quindi la consegna per far ripartire la Conferenza che avrà poi un mese per esprimere un parere tecnico. I passaggi successivi saranno poi le delibere necessarie a concludere l'iter: l'Amministrazione dovrà quindi andare in Consiglio per un ultimo passaggio di approvazione riguardante il diritto di superficie. Ora tutto dipenderà da quando il club presenterà le modifiche: l'obiettivo che ci siamo sempre dati è quello di andare di far partire il cantiere alla fine del campionato”.

Lo slittamento della risposta da parte della Conferenza dei Servizi Decisoria è legato a pratiche legali e burocratiche o al lato progettuale?
“Stiamo parlando di cose meramente tecniche. Ci tengo a far capire alla gente che per un'opera da 138 milioni di euro più IVA è del tutto normale avere degli slittamenti di questo genere, basta guardare quello che accade anche nelle altre città che stanno portando avanti lo stesso tipo di progetto. Bologna e Cagliari sono partite prima di noi e non sono ancora arrivate alla Conferenza definitiva, Firenze e Venezia sono più indietro di noi, ad esempio. Siamo in una fase molto concreta di richieste di integrazioni del progetto com'è normale che sia. ”.

Proprio pochi giorni fa il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi ha detto che, se sarà necessario, per i comuni che lo richiederanno sarà predisposto lo strumento commissariale: è questo il caso?
“Assolutamente no, non abbiamo alcun problema a concludere l'iter. Siamo molto tranquilli e a buon punto. Non abbiamo bisogno di uno strumento del genere. Capisco che in altre città possa esserci questa esigenza e che quindi il Governo voglia fornire l'aiuto necessario, ma non è il nostro caso. Il progetto «Tardini 1», quello del 1922, fu rifatto tre volte prima di essere approvato dalla Commissione dell'epoca: è normale che nella storia di questi impianti ci siano degli sviluppi che richiedano dei tempi congrui. Ovvio che questi tempi debbano essere compatibili con gli obiettivi strategici della società, della città, dell'Amministrazione: ma sono tempistiche normali. Un progetto del genere ha impatti su tanti fronti: sulla viabilità, sull'acustica, sull'inquinamento luminoso, ecc... È normale che ci sia il bisogno di valutare tutti questi aspetti. Sono molto tranquillo sul fatto che si possa arrivare ad iniziare il cantiere alla fine di questa stagione sportiva”.

Che clima si respira tra l'Amministrazione comunale ed il club?
“Il clima è molto buono. Proprio di recente ci siamo incontrati per fare alcune analisi giuridiche riguardo norme molto particolari che legiferano queste questioni. Non mi stupisce per niente che il Parma non abbia ancora depositato le integrazioni richieste: parliamo di documentazioni ed elaborati tecnici di centinaia di pagine, non sono cose banali”.

Come mai il Comune di Parma ha potenziato lo staff giuridico-legale per l’analisi progettuale dello stadio?
“Perché si parla di una norma complessa. Il Comune su diverse questioni ogni anno attiva delle consulenze giuridiche esterne, è del tutto normale. Il supporto consulenziale era stato attivato anche sulle questioni finanziarie. Comprendo che sia un tema caldo e che faccia discutere, ma siamo tutti molto fiduciosi e sereni”.

Nella precedente intervista Le domandai se i lavori saranno organizzati a stralci oppure fatti in blocco. Cosa ci può dire riguardo questo?
“L'orientamento è di fare un cantiere che abbia la minor durata possibile, quindi gestire i lavori in blocco, seppur su più fasi. Se la domanda è attinente al fatto che la squadra possa giocare al Tardini durante i lavori la risposta è no. Allo stato attuale l'ipotesi è quella di trovare alternative almeno per la maggior parte dell'attività di cantiere, che non durerà oltre i due anni. Questo è l'obiettivo che ci siamo dati, quindi sono molto tranquillo sul fatto che si possa mettere il Parma nelle condizioni di far partire il cantiere al termine del campionato, quindi vorrà dire che si parla di due stagioni sportive per la durata dei lavori”.

Di che durata si parla rispetto il diritto di concessione dello Stadio?
“Il Parma ha depositato a 90 anni, nonostante avesse la possibilità di allungare a 99. Al momento c'è un'interlocuzione in atto, visto che c'è una mozione dell'Amministrazione rispetto una riduzione del diritto di Concessione su cui il club era a conoscenza e su cui stiamo discutendo. Sono fiducioso che si possa trovare un punto di incontro che permetta al Parma di rientrare dall'investimento in tempi congrui e che consenta all'Amministrazione di rispettare quanto richiesto dal Consiglio comunale. Questa è veramente l'unica questione ancora aperta, ma sono fiducioso che si possa trovare un accordo perché è nell'interesse generale”.

Infine Le chiedo un giudizio a livello sportivo: cosa serve a questo Parma per centrare la promozione?
“In questi anni ho imparato che non siamo noi tifosi a dover dare dei giudizi. Per tanto tempo abbiamo criticato linea verde che invece ora sta dando i suoi frutti. C'è una proprietà solida e lungimirante con le idee chiare e questo ci deve far stare tranquilli per il futuro”.

A gennaio, se fosse Lei il direttore sportivo, interverrebbe sul mercato?
“Forse un difensore centrale che dia maggiori certezze, credo che Delprato continui ad essere più un terzino che un centrale. Poi chissà, magari il difensore lo abbiamo già in casa, attendiamo anche il rientro di Valenti”.

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