Tra Baraye e i crociati è scoccata la scintilla. Parma, hai un organico già da Lega Pro

La rassegna stampa di oggi non ci fornisce tantissime notizie, ma al tempo stesso ci consente di ragionare su alcuni spunti che la stessa ci offre. In particolare, la lunga intervista rilasciata da Yves Baraye ai media locali ci consegna un giocatore più consapevole, sicuramente più maturo rispetto ad alcuni anni fa, come ammesso da lui stesso. Grande merito, a mio parere, va all'ambiente stesso: è chiaramente diverso lottare per obiettivi nobili di classifica (nella sua ancora breve carriera, Baraye non ha mai giocato per squadre di vertice), ma è una squadra che punta molto sullo spirito di gruppo. In quest'ottica, le individualità si esaltano, perché possono sfruttare al meglio il grande lavoro dei compagni: dev'essere questo che spinge Baraye ad affermare già adesso che gli piacerebbe arrivare in Serie A con questa maglia, affermazione sicuramente che farà piacere al popolo gialloblu. Ovviamente, la speranza di tutti è che effettivamente questo possa avvenire.

Del resto, la squadra è stata costruita in maniera tale da vincere il campionato. E in molti pensano che questo Parma sia già di categoria superiore: l'ultima voce in ordine temporale ad affermare ciò è quella di Pietro Carmignani, secondo il quale già ora i gialloblu farebbero un'ottima figura in Lega Pro. Ma non è solo per questo che va elogiata la società: sono state fatte precise scelte tecniche, che coniugano elementi di categoria ad altri di sicura prospettiva, sulla cui base può nascere il Parma del futuro. Lo stesso Baraye è ancora giovane (parliamo di un classe '92), e al suo fianco sta crescendo uno stuolo di prospetti: da Adorni a Ricci, da Zommers a Sereni, passando per Saporetti. Un grande plauso va fatto dunque al duo Galassi-Minotti, che sta ragionando sin da subito in ottica futura, senza però perdere di vista l'obiettivo principale: vincere, sin da subito.