Pizzarotti: "Il calcio del Parma Calcio emblematico circa la storia di una città"

"Il Comune non ha rinunciato a cogliere l'attimo, non si è rassegnato al declino"
28.05.2016 17:10 di  Redazione ParmaLive  Twitter:    vedi letture
Pizzarotti: "Il calcio del Parma Calcio emblematico circa la storia di una città"
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Con una lettera aperta alla propria città, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti si difende dalle accuse che gli stanno piovendo addosso, anche da parte dei concittadini: "Utilizzo raramente lo strumento della lettera aperta alla città, preferisco concentrarmi sul lavoro che, come immaginerai, occupa la giornata del sindaco quasi 16 ore al giorno. Oggi faccio uno strappo alla regola perché ci tengo a rispondere all’editoriale pubblicato ieri sulla Gazzetta di Parma. Difficile essere d’accordo quando si definisce Parma una città immobile da ormai cinque anni. Spiego perché. Anzitutto quest’anno la città è diventata la quinta smart city d’Italia, superando addirittura Trento nel ranking finale, attestandosi come prima città italiana per medie dimensioni. Fuori dagli inglesismi, significa che è salita nella classifica del Paese per la qualità dei servizi, per la mobilità, l’innovazione, la raccolta differenziata, l’attrattività, il turismo e i progetti per il futuro. Ecco: basterebbe soltanto questo per dire che Parma non si è mai arresa al pessimismo, né ai profeti di sventura, non è rimasta immobile - altrimenti sarebbe precipitata in classifica -, ma si è data da fare più di altre rinomate città. Se questo è l’attuale punto di arrivo, ricordiamoci comunque quello di partenza. Durante uno dei primi Consigli Comunali l’opposizione chiese di attivare la procedura di pre-dissesto economico. Bene, immaginatevi Parma come Alessandria (in dissesto), oppure come la piccola Coriano, oggi paralizzata dai debiti, senza soldi per le buche e per i vigili. Non è questo il futuro che avevamo immaginato per la città. Dunque, passatemi il termine, ci siamo “fatti su” le maniche e senza ascoltare l’opposizione abbiamo lavorato per rimettere la città in carreggiata. Ora Parma non solo vanta un debito ridotto del 45% - scenderà ancora -, ma si conferma una delle città con la più alta stabilità economica. È stato facile? No, sono serviti tre anni di duro lavoro, la stesura di tre bilanci e decine di tavoli operativi. Si dirà: ma il tema economico non è tutto, una città ha bisogno di visione, prospettiva, futuro.

Sono d’accordo, infatti non c’è un singolo aspetto della vita di Parma che sia stato trascurato. Per questo il giorno di Sant’Ilario abbiamo parlato di voler puntare a una Parma a quattro velocità: equilibrata, inclusiva, attrattiva e sostenibile. Declinati al lavoro sin qui svolto, pensiamo alla crescita del turismo: da ormai tre anni ha messo il segno più, ed è il miglior risultato registrato in Emilia Romagna; forti di una collaborazione tra istituzioni abbiamo portato l’Unesco a Parma, allacciando nuovi rapporti in ambito culturale e turistico con città europee e internazionali – i primi di giugno partirò per la Cina, dopo essere stato in Russia, Giappone, Stati Uniti, Bielorussia, Francia e Germania -. Pensiamo al pacchetto scuola: come promesso Parma non solo ha eliminato tutto l’amianto dai suoi plessi, ma è già avanti con gli interventi di adeguamento sismico ed energetico in un periodo in cui il resto d’Italia si dimostra in forte ritardo. Pensiamo agli investimenti sulla cultura: il Teatro Regio ha finalmente un bilancio in positivo e già da quest’anno farà il doppio delle aperture di sipario, mentre è in fase di progetto un tour di promozione nel mondo. Pensiamo ai cantieri fermi nel 2012 o ai progetti per il domani: la stazione è stata sbloccata, la Scuola Europea pure (anche se, ahimè, ci è voluto diverso tempo); la scuola Racagni è in dirittura di arrivo, l’Ospedale Vecchio e il complesso di San Paolo verranno rivitalizzati, infine il Ponte Romano tornerà alla luce dopo anni di degrado.
Mi fermo qui, anche se sono tante le cose da raccontare, non basterebbe un giorno intero. Tutto bene dunque? Per carità, sono il primo a dirlo: molte le cose da fare per una città che merita attenzione, cura e amore, ma sostenere che sono stati cinque anni di immobilismo credo sia del tutto ingeneroso, peraltro i dati dicono il contrario. Parma è una grande città che ogni mattina si sveglia, viaggia, produce, inventa, investe e crea. Non passa giorno in cui le istituzioni internazionali che vengono a farci visita non ci parlino con ammirazione e rispetto della città, un piccolo gioiello incastonato nel cuore della ricca Emilia Romagna. E’ vero, nel recente passato abbiamo attraversato momenti bui e di dubbia moralità, nessuno lo nega. Essendo parmigiani, abbiamo nel sangue la forza e la volontà di reagire ad ogni difficoltà con grande passione e determinazione, la storia e le nostre radici ce lo confermano. I casi di “Parma, io ci sto!” e del Parma Calcio, oggi Parma 1913, sono davvero emblematici, perché ci raccontano la storia di una città che assieme al Comune non ha rinunciato a cogliere l’attimo, ponendo al centro dei propri interessi una Parma nuovamente vitale e attrattiva. Oggi possiamo competere - e competeremo - con le più autorevoli città italiane, ma dobbiamo essere noi cittadini, noi istituzioni, noi imprenditori, noi associazioni, noi artigiani i primi a convincerci delle enormi potenzialità di Parma, non rassegnandoci al declino o al pessimismo dei profeti del no, per i quali tutto è storto e tutto è sempre sbagliato. Parma ha ancora molto da fare e da raccontare, ma lasciatemi dire che ha imboccato la strada giusta. Forse un domani, guardandoci alle spalle, parleremo del decennio post 2010 non come un periodo di difficoltà, ma come una stagione di rivincita della città".