La conferenza stampa integrale di Leonardi: "Siamo compatti e vogliamo fare l'impresa"

24.11.2014 18:40 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
La conferenza stampa integrale di Leonardi: "Siamo compatti e vogliamo fare l'impresa"

Dopo che la società ha finalmente rotto il silenzio sulla difficile situazione in casa Parma, oggi ha parlato in conferenza stampa anche l'amministratore delegato Pietro Leonardi, che si è messo a disposizione dei giornalisti per spiegare il momento attuale. Una conferenza stampa lunga e sofferta, quella del dirigente romano, che ha iniziato partendo da ieri, quando ha lasciato lo stadio dopo il primo tempo: "Ieri ho lasciato lo stadio perché non stavo molto bene, ma questo non ha importanza. Questa notte ho pensato molto, voglio dare continuità, dare segnali di vita importanti a questa squadra: ho parlato con i ragazzi e siamo tutti amareggiati, ma allo stesso tempo vogliamo fare l'impresa".

Com'è il rapporto con il presidente Ghirardi?
"E' rimasto uguale, parliamo di un rapporto che va avanti da sei anni e che è andato sempre avanti nella stessa maniera. Io ho un compito molto importante, quello di dar forza e speranza alla mia squadra: ci sono 78 punti a disposizione e 26 partite ancora da giocare. Quello che mi auguro è che, con oggi, si possa intraprendere un percorso nuovo. Davanti alle difficoltà non ho mai mollato e non mollo; ora tutto passa attraverso i risultati del campo. Qui a Parma ho vissuto momenti belli, ma anche momenti di sofferenza: secondo me chi sfugge ai momenti negativi dimostra di essere poco uomo".

Cosa pensa della contestazione dei tifosi nei suoi confronti?
"Io dico che è giusto che i tifosi facciano ciò che secondo loro sia giusto fare. Vista la situazione attuale, non mi aspetto applausi: io rispetto la contestazione e i confronti, che è avvenuta in estrema civiltà, come è sempre stato nel costume di questa città. Se qualcuno mi ha contestato, ha avuto le sue buone ragioni. Siamo ultimi in classifica, dobbiamo riconoscere che abbiamo commesso tutti degli errori: io ho sempre accettato le sfide, e questa è una sfida molto difficile, ma non impossibile. Quello che chiedo ai nostri tifosi è di sostenere la squadra fino all'ultimo: poi possono tranquillamente contestare Leonardi, tanto non sono io a giocare".

La scelta di andare in ritiro non potrebbe sembrare come un segnale di chiusura verso la città?
"In questo momento la città ha dato prova di stare con la squadra. Al di là delle contestazioni, la città ha recepito il momento: andiamo in ritiro, con me presente, perché dobbiamo cercare di lavorare su questa volontà d'impresa. Non è una questione di aprirsi o chiudersi alla città: loro possono darci il loro sostegno, e così hanno fatto finché hanno potuto, anche ieri. I ragazzi sono d'accordo con me: dobbiamo caricarci in maniera diversa, e abbiamo l'obbligo di provarci fino in fondo".

I tifosi hanno accusato la società di essere stata poco trasparente, di non aver ammesso le difficoltà:
"Io non rinnego quello che ho dichiarato. In questo momento però serve essere proiettati su un solo obiettivo, perché tanto il campo è l'unica soluzione. Non ci sono altre strade. La proprietà ha fatto dichiarazioni importanti, io per conto mio penso solo al campo. Riguardo il problema degli stipendi, stamattina con la squadra abbiamo fatto un discorso che esula da questo. La prossima scadenza è il 15 febbraio, ma noi dobbiamo portare via questi pensieri e concentrarci solo sul risultato. Al 17 novembre noi eravamo ultimi: questo significa che ci sono altre problematiche che dobbiamo risolvere. Abbiamo allestito una squadra, ma c'è da dire che abbiamo avuto tantissimi infortuni, e siamo decimati: tutto questo comunque fa parte del gioco, ci mancherebbe altro. Bisogna reagire senza pensare ad altro, altrimenti ci si ritorce contro".

Sono queste le cose che vi siete dette oggi?
"Non oggi, è venerdì che il Presidente ha parlato. Ora, ciascuno di noi deve pensare a svolgere la propria professione: io prendo la bandiera, mi metto sulla barca e cerco di non farla affondare, sportivamente parlando. La squadra è con me. Per far questo abbiamo bisogno di ricaricarci, di parlarci, di non essere turbati da altre situazioni: dobbiamo provare a fare l'impresa. Abbiamo le potenzialità per riuscirci, dobbiamo invertire la tendenza. Sono sereno, tra virgolette, perché c'è compattezza in questo senso: poi dobbiamo trasformare questa compattezza sul campo, ci proveremo".



A questo punto è normale che si parli di esonero... c'è chi dice che non il Parma non cambia allenatore anche per via delle difficoltà economiche:
"Tutti parlano della nostra situazione, ma è tutta gente che non vedo allo stadio. Non stiamo qui a commentare soggetti che vedono a malapena una partita e poi parlano di tutto il resto. Comunque non evito la domanda: quando ci sono grandi risultati è merito di tutti, quando non ci sono è demerito di tutti. Partendo da questo presupposto, dico che sarebbe da vigliacchi addossare le colpe a una persona è da vigliacchi: il nostro desiderio è quello di rimanere compatti e di uscirne tutti quanti insieme".

C'è la possibilità di trattenere i pezzi pregiati a gennaio e provare a rinforzare la squadra?
"Noi a gennaio abbiamo cercato sempre di fare di necessità virtù. Dobbiamo anche considerare che siamo ultimi, questo significa che perdere qualcosa sarebbe relativo: il mercato si può fare anche in una certa maniera. Parma è una vetrina di un certo rilievo, tutto passa attraverso queste quattro partite prima del mercato. Dobbiamo verificare le condizioni dei nostri infortunati, già con il recupero di Cassani, Paletta e magari anche Biabiany potremmo migliorare".

Il presidente ha parlato di mancanza di liquidità temporanee:
"I problemi economici sono arrivati per i motivi che ha ribadito il Presidente. Sarebbe da irresponsabili, però, continuare a parlare di questo: noi abbiamo un obbligo. Dopo Parma-Sassuolo mi è stato chiesto di garantire l'impegno fino all'ultima giornata, e io mi prendo la responsabilità di garantirlo con tutte le mie forze. E' una sfida che devo vincere: dobbiamo riconoscere che siamo ultimi in classifica ed è giusto che i tifosi abbiano un'altra opinione di me. Fa parte del gioco. Io però ho la forza e la voglia di invertire la rotta. Sono state dette tante cose a riguardo: ora ho un obiettivo. Per qualcuno è tutto compromesso, non per me: voglio riconquistare quello che in cinque anni è stato fatto con grande serietà e professionalità. Spero di riuscirci".

Potrebbe esserci un incontro tra tifosi e dirigenza?
"Sanno tutti che non mi sono mai tirato indietro, ma sono stato già chiaro. Ho dato ampia disponibilità per arrivare a un obiettivo. Che ci siano contestazioni verso di me conta poco: è giusto che chi pensa queste cose le esterni. Io posso solo dire che ci metterò tutto me stesso, anzi, di più: questa è la più grande sfida per me in ventitré anni, e la voglio vincere. Io chiedo solo, a chi vuole bene al Parma, è di sostenere la squadra, perché in campo vanno i giocatori. Che ci sia un coro o uno striscione verso di me, non cambia niente: non sono io ad andare in campo".

C'è qualcuno che parla di fallimento pilotato, qual è il rischio concreto? Inoltre, quando verrà approvato il bilancio?
"A proposito del bilancio, l'approvazione ci sarà a breve, al massimo entro la fine dell'anno, anche se non c'è una data. Riguardo l'opzione di un fallimento pilotato, io non devo aggiungere nulla a quello che ha già detto il Presidente: non è per non rispondere alla domanda, ma se rispondessi io non mi sembrerebbe corretto. Tutto passa attraverso una logica di natura sportiva. Analogie con il Bologna? Io dico che parlare di questo crea turbative inutili: dobbiamo avere massima fiducia nelle parole del Presidente e, ripeto, sono convinto che la chiave di tutto siano i risultati del campo".

Donadoni ha detto che "ognuno è proprietario del club": si ha l'impressione che ci sia un corpo ma tante teste:
"Donadoni ha parlato a caldo, ieri: noi siamo proprietari di noi stessi. C'è una certezza: le decisioni sulle scelte di natura sportiva le prendiamo in condivisione con il Presidente. Sto soltanto dicendo che in questo momento sono concentrato su questo tema. Sulla partita con l'Empoli, se mi aspettavo qualcosa in più? Beh, il discorso dell'impegno è soggettivo, uno si può impegnare pur non raggiungendo l'obiettivo, mentre altre volte ci si impegna meno e si raggiungono risultati importanti. Il discorso del Presidente è stato importante per chiarire la situazione, non perché sia propedeutico al risultato della domenica. Era fondamentale chiarire, tranquillizzare e portare serenità: non è stato sufficiente per vincere ieri, ma non dobbiamo mollare".