ESCLUSIVA PARMALIVE - Majo: "Nessun collegamento tra vecchi e nuovi"

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06.02.2015 22:00 di  Vito Aulenti  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA PARMALIVE - Majo: "Nessun collegamento tra vecchi e nuovi"
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© foto di Daniele Buffa/ Image Sport

Intervistato ai nostri microfoni, il direttore di StadioTardini.it Gabriele Majo, che per primo ha riportato la notizia relativa all'avvenuto passaggio di proprietà del Parma, ha fatto il punto sulla situazione societaria del club gialloblù: "Premetto che, in qualità di giornalista, io posso conoscere la situazione per vie indirette: ho seguito alcune piste e tenuto in considerazione una serie di elementi, cercando di costruire uno scenario verosimile che possa condurre alla cosiddetta verità putativa. Ovviamente non mi permetto di dispensare una mia verità, ma già da mesi sapevo che Leonardi aveva un piano alternativo che stava seguendo per tutelare se stesso e il Parma qualora ci fosse stata qualche problematica relativa alla cessione portata avanti da Ghirardi. Questi movimenti sono terminati forzatamente per via di alcune problematiche che ha avuto uno dei soggetti interpellati. In questo percorso, è capitato che alcuni professionisti di Parma abbiano manifestato la volontà di vedere se potessero dare una mano. Nel frattempo, per una situazione casuale, nel momento in cui Taçi ha maturato l’idea di uscire di scena dopo aver tenuto tutti in scacco per un certo lasso di tempo, uno dei possibili interlocutori si è fatto avanti. Infine, come direbbe l’avvocato Giordano, ‘le parti si sono piaciute’”.

Per quale ragione, secondo te, Taçi ha già ceduto la società?
"C’era la volontà di uscire da questa partita, perché evidentemente era diventata troppo pesante. Non ne ho le prove, però la cosa più logica che mi possa venire in mente è che non avesse trovato un partner che potesse con lui sostenere il peso della situazione. In quel mentre si sono presentati questi nuovi personaggi in maniera piuttosto casuale. In tanti pensano che ci sia un collegamento tra vecchi e nuovi, e che fosse tutto preordinato. In realtà, per quello che ne posso sapere, escludo categoricamente questi scenari fantasiosi, così come escluderei il ritorno di Ghirardi”.

C’è chi parla di acquirenti russi, chi di imprenditori locali. La verità sta nel mezzo?
“Quanto detto da Fabio Giordano ai vostri microfoni (‘Il Parma è stato venduto ad un gruppo italiano con interessi all'estero’, ndr) corrisponde pienamente a quanto risulta anche a me”.

Trasparenza: è questa la parola più gettonata nelle ultime ore tra i tifosi del Parma. Secondo le informazioni in tuo possesso, stavolta avremo il piacere di sapere nomi e cognomi dei nuovi proprietari?
“Magari (ride, ndr). Il pericolo maggiore che possono incontrare questi soggetti è pagare il conto per i comportamenti che hanno avuto i loro predecessori vicini e lontani. C’è chi nello spazio commenti di StadioTardini.it ha scritto che i nuovi partono col piede sbagliato perché non hanno ancora rivelato la propria identità. Stanotte ho messo fuori la notizia, però io con loro non c’entro niente. Non so quanto possa aver fatto loro piacere che io abbia scritto quel pezzo, magari avrebbero preferito venir fuori a cose fatte. La differenza rispetto al passato è proprio questa: nel recente passato, sono venuti fuori nomi, conferenze stampa, tutti ‘gesti ufficiali’. Non va confuso il ruolo che posso aver interpretato io in questa partita con quello che nel recente passato hanno ricoperto altri. In questo caso non ci sono virgolettati loro, il mio è un prodotto giornalistico e non comunicazionale. Loro quando verranno fuori, se verranno fuori, spero che non commettano gli errori del recente passato, ma adesso non si può addossare loro l’errore”.

Sul tuo portale hai parlato di consiglio d’amministrazione tutto italiano. Per provare a superare la diffidenza dei tifosi, credi possa esserci l’inserimento di una figura legata al passato del club?
“Che io sappia, al momento non c’è una ipotesi di questo tipo, ma non la escludo”.

Se malauguratamente gli stipendi non dovessero essere saldati per il 16 febbraio, che cosa accadrebbe?
“Il 16 ci sono due deadline: una riguarda le obbligatorietà: mi risulta che stiano facendo di tutto per partire col piede giusto sotto questo punto di vista. Se i soldi non dovessero arrivare per il 16, i giocatori potrebbero mettere in mora la società e il Parma potrebbe subire altri punti di penalizzazione. Una vera iattura”.

In caso di messa in mora collettiva, il Parma, seppur con una proprietà nuova di zecca, rischia il fallimento?
“Secondo me no. Per motivi tecnici (le risorse potrebbero arrivare dall’estero) non giurerei sul fatto che i soldi possano arrivare per il 16; in ogni caso, ipotizzando che i giocatori non vogliano concedere fiducia ai nuovi, la messa in mora produrrebbe i suoi effetti dopo 20 giorni. Quindi, se crediamo che questi i soldi ce li abbiano - e mi risulta ciò - i nuovi proprietari avrebbero altri 20 giorni di tempo per rimediare. Non conosco le persone coinvolte nell’operazione, ma credo che queste non abbiano voglia di ‘fare del teatrino’, altrimenti se ne stavano fuori”.

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