Nuovi criteri geografici in Lega Pro: sulla carta, una mossa controproducente

28.05.2016 13:18 di Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Nuovi criteri geografici in Lega Pro: sulla carta, una mossa controproducente
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© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

Con la promozione del Parma in Lega Pro, c'è anche da cominciare a pensare ai problemi che comporta l'ex Serie C, un campionato da tutti visto come il più dispendioso e il meno redditizio in termini economici. Lo testimoniano i tanti fallimenti che si registrano ogni anno, con penalizzazioni dovute a motivi economici o amministrativi che abbondano in tutti i gironi: basti pensare che, nel solo girone C, su diciannove società partecipanti, ben otto sono state penalizzate. Quasi la metà. E' chiaro a tutti, dunque, che c'è qualcosa che non va, anche se i problemi che la Lega Pro si trascina dietro sono presenti da molti anni.

Con l'avvento di Gabriele Gravina in seno alla presidenza della Lega Pro, le cose potrebbero cambiare, dal punto di vista dei regolamenti ma non solo. Una novità su cui si sta dibattendo in questi giorni riguarda i nuovi criteri geografici: le divisioni tra Nord e Sud verrebbero meno, e i gironi verrebbero completamente riscritti. Facile, dunque, che si possa assistere a un Siracusa nello stesso raggruppamento del Parma, o al Venezia opposto al Lecce. Questo, però, fa nascere delle domande: in un momento delicato come questo dal punto di vista economico, non c'è il rischio di mortificare ulteriormente le casse delle società con trasferte più lontane? E ancora, non sarebbe un problema per i tifosi? Già in Italia il problema degli stadi vuoti è una costante, così facendo si rischierebbe di vedere gli spalti di Lega Pro più deserti, quando, sfruttando la vicinanza geografica delle trasferte, gli stadi riuscivano comunque a far registrare buoni numeri. Si romperebbe la monotonia, certo, ma c'è da chiedersi se il gioco valga la candela. La speranza è che i nuovi vertici organizzativi ci pensino bene prima di prendere una decisione definitiva, perché i dubbi su questa innovazione ci sembrano legittimi.