L'avvocato Novazio spiega il regolamento dietro la licenza UEFA

21.05.2014 17:59 di Redazione ParmaLive   vedi letture
L'avvocato Novazio spiega il regolamento dietro la licenza UEFA
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© foto di Marco Conterio

Interessantissimo approfondimento di Toro.it, che ha contattato in mattinata l'avvocato Cristiano Novazio, specialista di diritto sportivo, per spiegare il meccanismo dietro l'approvazione delle licenze UEFA e quello che potrebbe succedere al Parma.  

Avvocato, buona sera. Cominciamo subito dalle basi: come funziona la normativa UEFA? Chi decide? Quali criteri vengono applicati?
"Si deve partire da questo primo principio: è la FIGC (tramite i suoi organi) a rilasciare le Licenze UEFA, basandosi su una regolamentazione internazionale. La  FIGC, in sostanza,  agisce su delega dell’UEFA . La licenza UEFA non è altro che la certificazione rilasciata dalla FIGC che conferma il rispetto da parte della Società richiedente la Licenza dei requisiti per partecipare alle competizioni UEFA. Il Manuale delle Licenze UEFA, approvato dalla FIGC e redatto in ottemperanza ai principi stabiliti nel “UEFA Club Licensing and Financial Fair Play Regulations”, prevede 5 requisiti da rispettare: sportivi (legati per esempio alla formazione del settore giovanile, alla tutela medico-sanitaria etc), infrastrutturali (aspetti riguardanti per esempio lo stadio); organizzativi; legali; economico-finanziari. Le società di Serie A sono obbligate a presentare la domanda per il rilascio della licenza UEFA, quelle di B, invece, ne hanno il diritto ma non l’obbligo. Infine, è prevista anche una procedura straordinaria per quelle squadre non appartenenti alla serie A, ma che si ritrovano a dover presentare la domanda perché vincono la coppa nazionale che garantisce l'accesso ad una competizione europea. Se, per esempio, una società di Lega Pro vincesse la Coppa Italia, che garantisce come noto la possibilità di giocare in Europa League, allora darebbe corso a questa procedura straordinaria".

Una volta presentata la domanda, cosa succede?
"Ci sono degli esperti che, con adeguate conoscenze e preparazione, esaminano la domande e il possesso dei requisiti di cui si è detto. Una volta controllato che ogni aspetto sia in regola, la Licenza viene rilasciata. L’Ufficio Licenze UEFA , organo federale, trasmette poi alla UEFA le decisioni sul rilascio/diniego della Licenza. Ci sono due aspetti interessanti:  il primo è che la Licenza non è cedibile a altre società; la seconda è che non è ammesso il ricorso da parte di società terze per l'assegnazione o meno della Licenza. In altri termini, il Torino non potrebbe presentare un ricorso se, il 28 maggio, il Parma dovesse ottenere il rilascio della Licenza.  È una questione che riguarda solo e soltanto la società gialloblu".

Quali sono gli organi che decidono e come sono composti?
"Gli organi sono l'Ufficio Licenze Uefa, poi vi sono i vari esperti che analizzano il rispetto dei criteri, infine la Commissione di primo grado e quella di secondo grado. Tutti questi fanno parte dell'apparato FIGC. Nello specifico, la Commissione di primo grado è composta dal presidente della Covisoc dagli altri membri della Covisoc e due ulteriori membri. Quella di secondo grado invece è formata da un presidente, un vicepresidente, e altri cinque componenti. La Commissione di primo grado decide sulle domande di rilascio della Licenza proposte dalle società. Le società poi - come è accaduto per il Parma – possono, entro 5 giorni, presentare ricorso alla Commissione di secondo grado. L’ultimo grado è rappresentato dall’Alta Corte di Giustizia che deve essere adita nel termine di 2 giorni".



L'Alta Corte invece fa parte del Coni?
"Si, ricorrendo all’Alta Corte si esce dall’ambito della FIGC e rappresenta l’ultimo grado di giudizio".

È quindi più facile che il terzo grado di giudizio modifichi una sentenza già emessa?
"Solo in teoria, in quanto ricorrendo all’Alta Corte si esce dall’ambito federale ma non è assolutamente così semplice né scontato che si arrivi all'accoglimento del ricorso. Ricordo qualche anno fa che l’Alta Corte rigettò un ricorso del Chievo in materia di Licenze Uefa".

Nel caso del Parma?
"Non conosco la vicenda nel dettaglio ma ho appreso che il problema riguarderebbe il mancato tempestivo pagamento delle ritenute fiscali. Pur non essendo un fiscalista, credo che nel momento in cui viene effettuato un pagamento sorga l’obbligo contributivo. Ma qui il discorso è un altro e cioè se un semplice ritardo nel pagamento delle ritenute può comportare l’esclusione di una società dalle competizioni Europee. La risposta a mio avviso è affermativa in quanto la normativa recepita dall’Uefa è molto stringente. In proposito, la normativa prevede che la Licenza è rilasciata alle società richiedenti che dimostrino nei tempi e con le modalità previste dal Manuale il possesso dei requisiti prescritti. Pertanto, anche il rispetto della tempistica è un elemento fondamentale".  

Il Manuale delle Licenze Uefa prevede altre sanzioni?
"Sì, l'articolo 9 del Manuale prevede sanzioni a carico delle società che hanno violato le norme del Manuale stesso: oltre alla revoca della Licenza, potrebbe essere comminata un'ammenda pecuniaria o addirittura la penalizzazione con punti in classifica per i casi più gravi".

Che tipo di valutazione farà l’Alta Corte e quale potrebbe essere l’esito?
"L’Alta Corte dovrà stabilire se questo ritardo nel pagamento sia così grave da ritenere irrimediabilmente violata la normativa sulle licenze e quindi confermare la decisione di diniego della Licenza. È qui che il Parma si gioca la sua partita. La cifra di cui si tratta è sì esigua, ma la normativa UEFA – e quella federale che la richiama – è particolarmente rigida, come detto. Tuttavia, è chiaro che ogni caso va analizzato nello specifico per cui bisognerebbe conoscere la questione nel dettaglio per esprimere un parere più circostanziato sui possibili esiti, essendo tra l’altro la materia particolarmente complessa".