Il Brescia diffida la FIGC dall'agevolare il Parma: i curatori non possono quantificare il debito

12.06.2015 12:58 di  Michele Bugari  Twitter:    vedi letture
Il Brescia diffida la FIGC dall'agevolare il Parma: i curatori non possono quantificare il debito
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Andrea Ninni/Image Sport

Il Brescia sembra non volersi rassegnare al verdetto emesso sul campo che ha condannato le rondinelle a giocare il prossimo anno in Lega Pro. Oltre a sperare nel ripescaggio in B in caso di fallimento del Parma, la società lombarda ha deciso di non limitarsi ad aspettare e di cercare invece di mettere direttamente i bastoni tra le ruote a un eventuale salvataggio del club crociato. Secondo quanto riporta infatti BresciaOggi.it, con una lettera firmata dal suo ad e dg Rinaldo Sagramola e indirizzata alla FIGC e a tutti i consiglieri federali, oltre che alla Covisoc e alle Leghe di A e B, il Brescia ha infatti inviato ieri una diffida ai massimi organi del calcio affinché non sia consentito al Parma di ricevere un trattamento di favore, mettendo in guardia di conseguenza anche eventuali acquirenti della società crociata.

In particolare, la società di Sagramola si aspetta che non sia permesso ai curatori fallimentari del Parma di fissare per proprio conto il debito sportivo alla cifra di 22,2 milioni, cifra che secondo il Brescia non rispecchierebbe la sua reale entità, risultando discutibili alcune affermazioni dei curatori come ad esempio quella che riguarda l’esclusione dei 5 milioni garantiti dalla Lega dal conto del debito sportivo. Rinunciando a determinare il debito, prosegue la lettera, la Federazione violerebbe le norme che regolamentano il trasferimento del titolo sportivo (articolo 52 delle Noif), stabilite in passato nell'interesse generale di tutti i club. Secondo quanto riferisce sempre BresciaOggi.it, il Brescia non sarebbe comunque solo in questa opera di monitoraggio sulla vicenda Parma, a interessarsi alla situazione ci sarebbero infatti anche le squadre di A che, in caso di fallimento dei crociati, avrebbero diritto a spartirsi il paracadute di 12 milioni destinato a ciascuna delle squadre retrocesse.