E Melandri? Da bomber di fine stagione a panchinaro da zero minuti

29.08.2016 23:07 di Nico D'Agostino   vedi letture
E Melandri? Da bomber di fine stagione a panchinaro da zero minuti
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© foto di Giovanni Padovani

Tre soli gol segnati nelle prime tre gare ufficiali per il Parma ed una grossa difficoltà a costruire e concretizzare il poco gioco espresso. Due soli gol su azione, di Evacuo e Guazzo, e un rigore di Calaiò contro avversari di media caratura, non possono far sognare i tifosi gialloblù. Siamo solo ad inizio stagione si dirà, le gambe sono pesanti e sono cambiati interpreti e modulo di gioco, tuttavia alcune scelte possono sicuramente far discutere e alcuni dati balzano subito agli occhi. In un modulo di gioco che prevede la seconda punta di movimento, nell'attesa della migliore forma della punta di diamante Calaiò, stride l'assenza totale di impiego di Daniele Melandri. Uno dei primi reduci della passata stagione ad essere stato confermato dalla società anche per la sua duttilità tattica, risulta essere allo stato attuale l'unico attaccante crociato mai impiegato.

Il “Micio” che l'anno passato si è disimpegnato in tutti i ruoli dell'attacco ducale collezionando 35 presenze, di cui 25 da titolare con una media di 65 minuti a partita e mettendo a referto ben 12 reti, completamente dimenticato sulla panchina di Apolloni. Eppure non gli si può rimproverare l'esperienza nella categoria, avendola frequentata col Forlì per tre anni con oltre 80 presenze e 28 gol, né le caratteristiche tecniche previste per il ruolo che in verità sarebbe il suo naturale. Le scelte di Apolloni, invece, stanno virando in tutt'altro senso visto che al ventisettenne sono stati preferiti sia Nocciolini che Guazzo, attaccanti di peso e che gradiscono meno il movimento al largo della prima punta. Inoltre in un momento della stagione in cui la condizione fisica la fa da padrona appiattendo i reali valori tecnici delle squadre, la scelta di tenere fuori un brevilineo veloce e scattante come Melandri, almeno a gara in corso, pare quantomeno anomala. Probabilmente il tecnico lo inquadra maggiormente come esterno d'attacco e dato il modulo prescelto, a meno di variazioni tattiche significative al “Micio” non resta che aspettare la sua occasione con pazienza, consapevole che le proprie qualità col tempo gli daranno ragione.