Avv. Malvisi: "Tar e Consiglio di Stato come Ponzio Pilato"

27.07.2014 20:35 di  Vito Aulenti  Twitter:    vedi letture
Avv. Malvisi: "Tar e Consiglio di Stato come Ponzio Pilato"

Intervenuto ai microfoni di StadioTardini.it, l’avvocato esperto di diritto sportivo Paolo Malvisi ha analizzato la sentenza emessa venerdì scorso dal Consiglio di Stato: "Non ho ancora avuto modo di leggere con la dovuta attenzione le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato, ma già ad una prima visione superficiale mi appare pilatesca e di dubbio fondamento giuridico. Una norma di rango secondario, quale è il Manuale della Licenza Uefa, non può violare una norma di rango primario, quale è il decreto legislativo 17 ottobre 2003, nr.280 che aveva convertito in legge il decreto c.d. “salvacalcio”. Questo decreto, infatti, regolamenta la ripartizione delle competenze giuridiche tra ordimento sportivo e giustizia ordinaria in funzione amministrativa. Il caso del Parma, a mio modo di vedere, rientra pienamente tra quelli residuali che rimangono di competenza dei giudici amministrativi.

Tale fattispecie, dunque, in base a quel decreto, che ripeto sovrasta come norma di rango primario il Manuale della Licenza Uefa, che è di rango secondario, è di competenza della giustizia amministrativa, per cui sia il Tar Lazio che il Consiglio di Stato, appellandosi a quanto scritto sul Manuale della Licenza Uefa, se ne sono lavati le mani come Ponzio Pilato. Chi sostiene che il Manuale della Licenza Uefa impartisce norme e direttive di rango sovranazionale, che nulla c’entrerebbero con la giustizia italiana, dice una cosa non vera. Anche perché la mancata assegnazione della Licenza Uefa al Parma era stata decisa da organi della giustizia sportiva italiana: dunque anche se dicono che l’Uefa è un organismo sovranazionale, la decisione sulla assegnazione o meno della Licenza è presa da organi della giustizia sportiva italiana: quindi, a mio modo di vedere, non possono sostenere il difetto di giurisdizione, proprio in virtù della regolamentazione dei rapporti prevista dal già citato decreto legislativo 17 ottobre 2003, nr.280. Lasciare che se la sbrighi il Tas è appunto un lavarsene le mani”.