Acquah di fuoco: l'ennesima scommessa vinta che viene da lontano e mira lontano

20.04.2014 17:21 di Vito Aulenti Twitter:    vedi letture
Acquah di fuoco: l'ennesima scommessa vinta che viene da lontano e mira lontano
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Pochi anni alle spalle, ma tante tante speranze nello zainetto. Comincia così la storia calcistica di Afriyie Acquah, che, a 13 anni lascia famiglia e paese natìo per inseguire un pallone che rimbalza a ritmo di sogni. Lo fa nella Glentoran Academy, una scuola calcio per giovani ghanesi istituita dalla società nordirlandese del Glentoran Football Club, dove il piccolo Afriyie mette in luce tutte le sue qualità, prime fra tutte la grinta e la voglia di sfondare nel calcio, quello sport che per lui è linfa vitale, passione pura che scorre inarrestabile nelle vene. Dopo cinque anni di gavetta, sudore e sacrifici, vissuti in giro tra Mine Stars, Bechem United e DC United, per il ragazzo di Accra (città più popolosa del territorio ghanese) arriva il momento del meritato grande salto, grazie alla geniale intuizione di Walter Sabatini, l'allora direttore sportivo del Palermo, il quale, nell'ultimo giorno utile del mercato invernale del 2010, gli fa firmare un quadriennale che segna la svolta epocale non solo della carriera, ma della sua stessa vita. L'appena maggiorenne Acquah arriva in Sicilia senza conoscere nemmeno una parola d'italiano, ma riesce ugualmente a farsi capire col pallone tra i piedi, linguaggio universale che Delio Rossi ben comprende, tanto da decidere di regalargli l'esordio nella massima serie il 6 febbraio 2011 in un Palermo-Fiorentina terminato 2-4 per i viola. Da allora gli spazi per lui si fanno sempre più ampi, divenendo direttamente proporzionali all'impegno e alla tenacia sfoderati in campo, ma nel luglio del 2012 arriva un fulmine a ciel sereno, un'inspiegabile beffa che sa di doccia fredda: la società di Maurizio Zamparini decide infatti di non convocarlo per il ritiro estivo e di avviare la separazione. Sembra l'inizio della fine, eppure è da qui che la vita comincia realmente a sorridere ad Afriyie, tingendosi di un gialloblù vivace.

Pietro Leonardi, che intanto a Parma sta cominciando a raccogliere i primi frutti della paziente semina, coadiuvato dal preziosissimo lavoro del suo braccio destro Antonello Preiti, fiuta l'affare e riesce a strappare Acquah al Palermo con la formula del prestito con diritto di riscatto della metà del cartellino, mettendolo subito a disposizione del tecnico a Levico Terme. Dopo un primo periodo d'ambientamento, il centrocampista, un diamante grezzo che Donadoni vede subito come un gioiello da forgiare in casa, inizia a mostrare ottime qualità, fino a diventare pedina fondamentale di un Parma che viaggia a vele spiegate nelle zone nobili della classifica. Come spesso accade nella vita di Acquah, però, le sorprese sono sempre dietro l'angolo: a gennaio, seppur a malincuore, Leonardi è infatti "costretto" a farlo partire dopo soli sei mesi di matrimonio per via di un'offerta irrinunciabile arrivata nella sede ducale direttamente dai tedeschi dell'Hoffenheim, dove il giocatore si trasferisce a titolo definitivo col benestare del Palermo. Inspiegabilmente, il club biancoblu, pur investendo una somma importante per Acquah, non gli concede neanche un nanosecondo in gare ufficiali: è il preludio ad un nuovo divorzio, che, tuttavia, parallelamente segna il grande ritorno a 'casa' del ragazzo. "Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano", ed è così che nel luglio del 2013 il Parma ufficializza il gradito rientro di Acquah, richiesto espressamente da Donadoni, al quale va riconosciuto il merito di aver creduto dal primo istante nelle sue qualità. Attraverso lavoro, disciplina tattica e "mestiere rubato" a chi ne ha pestata di erba sotto i piedi, la potenziale 'arma Acquah', diventa un vero e proprio carrarmato pronto a sputare fuoco in campo dal primo all'ultimo secondo di gioco, senza mai risparmiarsi. Oltre a far legna a centrocampo, Afriyie impara anche ad impostare e ad acquisire malizia sia nella visione di gioco che negli inserimenti: esemplare è a tal proposito il gol messo a segno il 2 aprile scorso all'Olimpico contro la Roma (il primo in assoluto, considerando le squadre di club), punita da una sua prodezza da vero rapinatore d'area di rigore.

Ancora una volta, ha vinto la premiata ditta Leonardi-Preiti, che ora si sfrega le mani all'idea di avere in casa un giocatore la cui valutazione di mercato si è come minimo triplicata rispetto a quella iniziale. Ma soprattutto ha vinto lui, Acquah, per l'ennesima volta. Quel ragazzino scappato da Accra, adesso, nello zainetto ha due speranze in più rispetto ai timidi esordi: conquistare il pass per Brasile 2014 e restare per tanti anni a Parma, la sua dimensione ideale, la sua seconda famiglia, la terra in cui piantare le radici e dire: "Questa è casa mia". Resta pure quanto vuoi, Afriyie.