Mauri: “A Parma sto benissimo, ma se nessuno compra il club dovrò andarmene”

04.05.2015 17:37 di  Michele Bugari  Twitter:    vedi letture
Mauri: “A Parma sto benissimo, ma se nessuno compra il club dovrò andarmene”
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© foto di Federico De Luca

A decidersi a breve non sarà solo il destino del Parma, ma con tutta probabilità anche quello, fra gli altri, della giovane promessa crociata José Mauri, al centro ormai di molte attenzioni, in Italia e non solo. Ad intervistarlo è stata infatti anche la radio argentina Eurofùtbol, con una lunga serie di domande a partire fin dai suoi esordi: “Ho giocato fino a 14 anni nel Ferro de Realicó nella Pampa. A 11 anni mi vide Enrique Vidallé (ex giocatore argentino, n.d.r.) e per mezzo di suo figlio, che aveva contatti qua in Italia, mi fece poi arrivare a Parma”.

Fai il tifo per qualche squadra in Argentina? E in Europa?
“È da quando sono ragazzino che tifo per il Boca Juniors, in Italia invece ho molto a cuore il Parma ovviamente”.

Come ti sei adattato socialmente? Hai la cittadinanza italiana?
“No, non ho la cittadinanza, soltanto il passaporto comunitario. Avendo i bisnonni italiani ho potuto ottenere più facilmente il doppio passaporto. Ho giocato anche un paio di partite con l’Italia Under-17, però niente di più. Per quanto riguarda l’adattamento invece, all’inizio è stata molto dura per me, però alla fine mi sono ambientato bene”.

Come hai vissuto il gol che hai segnato per la grande vittoria del Parma sulla Juventus?
“La verità è che è stato un colpo importante per il morale e mi sento felice e molto orgoglioso per quello che è successo. Quello che ho notato è che ora la gente si anima di più nel parlarmi, perché qua a Parma già mi conoscevano, è una città giovane. Però senza dubbio per il mio morale ha significato molto segnare quel gol alla Juventus”.

Il Parma è in una situazione economica molto difficile, com’è la situazione oggi?
“Il club ora è stato dichiarato fallito ed è in mano ad avvocati e contabili, ma con i soldi messi a disposizione dalla federazione italiana e con l’apporto inoltre di nuovi sponsor cercheremo di andare avanti”.

Visto il momento delicato del club, pensi di continuare lì? Hai avuto altre offerte?
“Da qui non me ne andrei mai, perché a Parma si vive molto bene e quando arrivai mi piacque la città e l’idea di rimanerci molti anni. Nonostante non stia percependo gli stipendi che mi spettano, sinceramente in questo momento non penso tanto alla questione economica, perché sarebbe sbagliato se a 18 anni mi preoccupassi di questo. Ho possibilità per andare via, sono arrivate offerte, però adesso voglio aspettare di vedere cosa succede con il Parma e nel mercato di giugno”.

Com’è il tuo rapporto con Hernan Crespo?
“Hernan ora allena la Primavera. Quando è arrivato ha portato sensazioni molto buone e ha dimostrato sempre di essere una grande persona. È una bella soddisfazione avere l’opportunità di scambiare opinioni e interagire da pari a pari con un personaggio così importante per il caclio argentino e mondiale.”

Quali sono le tue principali caratteristiche in campo?
“Sono stato un numero 5 da tutta la vita e ora Donadoni mi ha messo a sinistra o a destra del centrocampo. Mi piace molto lo scontro fisico, il gioco di contatto, ma anche giocare con i passaggi lunghi e in velocità”.

Com’è il tuo rapporto con il tecnico Roberto Donadoni?
“È sempre stato un rapporto particolare ma allo stesso tempo buono. È una persona molto corretta, che difficilmente sbaglia quando parla e ti fa capire tutto con chiarezza. Non è il tipo di allenatore che ti abbraccia dopo un cambio. È un allenatore che corregge ogni errore e cerca di migliorare ogni minimo dettaglio. Ma con il passar del tempo si prende più confidenza e la verità è che sono contento del rapporto che ho con lui.”

In che senso consideri il rapporto con lui “particolare”?
“È che non è il tipico ex calciatore, ma una persona molto corretta. Per esempio non gli piacciono i telefoni e parlare con la stampa, gli scherzi in campo, i tatuaggi e gli orecchini. Preferisce le persone serie che arrivano mezz’ora prima dell’allenamento. Forse, per certi versi, è un allenatore come quelli di una volta”.

Ottenendo la cittadinanza italiana, sceglieresti di giocare in Italia invece che in Argentina se la proposta arrivasse prima?
“No, voglio giocare con l’Argentina. Magari più in là ne avrò l’opportunità”.

Come hai vissuto il passaggio nella selezione Under-17 dell’Italia?
“È stata una bella esperienza. Ho approfittato perché sapevo che era un’esperienza unica. Mi hanno trattato molto bene e ho conosciuto molti ragazzi. Certo, non era la maglietta del mio paese, però l’ho accettata perché qualcosa di italiano ce l’ho e poi i miei compagni non mi hanno fatto sentire uno straniero, ero solo uno dei 20 italiani convocati”.

Con chi hai confidenza in squadra?
“L’anno passato stavo con Gabi Paletta e Walter Gargano, erano loro quelli che mi consigliavano e con Gabi sono rimasto molto legato finché non è andato al Milan. Però in generale ho avuto un buon rapporto con tutti fin dal primo giorno, perché non mi hanno trattato come il ragazzino appena arrivato in prima squadra. Sono sempre stato uno del gruppo e ho avuto la fortuna di essere capitato in un gruppo molto unito, che mi ha accettato per come sono”.

Qual è il tuo obbiettivo nel calcio europeo? Dove ti piacerebbe giocare dopo il Parma?
“Sinceramente non l’ho mai pianificato, né pensato. Mi piacerebbe arrivare più in alto possibile, giocare un giorno la Champions League o anche qualcosa di più importante, come un mondiale. Però non ho mai desiderato andare a giocare in una squadra o in un’altra”.

C’è qualche giocatore con cui ti piacerebbe giocare?
“È una domanda facile: con Leo Messi! Però se non è Messi, anche Iniesta.., perché sono i due giocatori che giocano meglio la palla nel mondo. Mi piacerebbe dividere il campo poi anche con Mascherano, senza dubbio, perché è il mio idolo calcistico. Anche se preferirei comunque Messi e Iniesta”.

Che futuro vedi per il club nei prossimi mesi?
“Ora bisogna sperare di finire la stagione e che qualcuno lo compri. Se nessuno lo compra, il club scomparirà e scenderà automaticamente all’ultima categoria. In questo caso dovrò andarmene da qui, però spero che non si arrivi a questo punto e che questa storia possa finire nel miglior modo possibile”.

Com’è il rapporto dei tifosi con i giocatori in città?
“I tifosi qui a Parma sono davvero rispettosi. Tanto i ragazzi come gli adulti ti guardano due o tre volte prima di chiederti una foto, e addirittura a volte non trovano il coraggio. Questo però succede nel nord dell’Italia, perché più a sud i tifosi sono più simili agli argentini dal punto di vista emotivo”.

Nel peggiore dei casi, che opzioni hai da scegliere? Tornerai in Argentina?
“Grazie a Dio ho molte proposte qui in Europa. In Argentina mi piacerebbe giocare nel Boca, però non adesso, più in là, quando avrò più esperienza. Se nessuno compra il Parma, sicuramente me ne andrò, perché il mio sogno non è giocare nell’ultima categoria”.