Tv Parma - Ghirardi: "Berta e Leonardi due mondi opposti. I tifosi? Li sento sulla pelle"

17.02.2014 22:46 di Vito Aulenti Twitter:    vedi letture
Tv Parma - Ghirardi: "Berta e Leonardi due mondi opposti. I tifosi? Li sento sulla pelle"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nel corso della chiacchierata a Bar Sport, trasmissione targata Tv Parma, il Presidente crociato Tommaso Ghirardi ha risposto alle domande dei giornalisti presenti in studio. Ecco quanto dichiarato telefonicamente dal numero uno ducale.

Differenza tra Berta e Leonardi - “Per favore, non facciamo confronti tra Berta e Leonardi, altrimenti cado dalla poltrona, con tutto il rispetto. Non facciamo confusione, anche perché dire che Berta è all’Atletico Madrid mi sembra esagerato, credo sia lì a fare qualcosina, non so neanche cosa. Pietro è un grandissimo professionista e lo dimostra ogni anno. Sta allestendo squadre sempre più competitive e sta dando solidità alla società con operazioni importanti sotto il profilo sportivo e patrimoniale. Non è che una volta decidessi più io e ora decido di meno, è che più impegnativo lavorare con Leonardi, perché Pietro mi fa scoppiare la testa tutti i giorni con nuove idee, è un vulcano di iniziative. Ha un entusiasmo e una voglia di far crescere il club pazzeschi, sente la squadra come se fosse sua, e questo per me è un motivo d’orgoglio. Credetemi, le cose sono tutte condivise, sempre. Non è giusto che quando le cose vanno male se la prendono con lui e quando le cose vanno bene allora è anche merito mio. Noi ci sentiamo tre-quattro-cinque-sei volte al giorno, minimo, e mi informa di ogni minimo movimento. Abbiamo due ruoli diversi ma vinciamo e perdiamo assieme, credo che questa sia la nostra forza. Insieme a noi c’è un mister come Donadoni che ha sposato appieno la nostra causa, così come tutti gli altri collaboratori, che io voglio ringraziare. Si meritano questo momento di grande gioia, perché tutti lavorano con tanta passione. L’unione fa la forza”.

Parma sorpresa del campionato - “Voi a Parma proprio ottimisti ottimisti non lo siete mai stati, eh (ride, ndr). Io dico che la squadra è forte, poi se mi chiedete di arrivare quarto, quinto o settimo, non lo so. Io puntavo ad arrivare tra le prime dieci, che poi è il risultato che raggiungiamo da cinque anni a questa parte. Io non dico nulla, anche perché se poi arrivano tre sconfitte di seguito si dirà che ho volato troppo alto. Sono contentissimo del campionato che stiamo facendo. Ho sempre detto di fare prima i 40 punti il prima possibile, però adesso non bisogna avere paura delle squadre che abbiamo di fronte, pur sapendo che si tratta di super-potenze del calcio italiano. Non credo di dare cinque gol alla Fiorentina lunedì, però mi metto comodo, mi guardo la mia partita e se vinco faccio festa, se perdo pace”.

Tifosi - “Hanno voluto mettermi in bocca parole che non ho mai detto. Io devo solo ringraziare il Parma e i parmigiani. Sono legato alla gente che mi è sempre stata vicina e che ha condiviso con me i momenti più belli, ma anche quelli più brutti. Io i miei 11-12mila tifosi me li sento addosso, me li sento sulla pelle e sono sicuro che anche loro sono legati a me. E’ chiaro che alcune persone criticano a prescindere, però io credo di averci messo tanta passione, tante risorse, e sono sicuro che le persone che vengono allo stadio condividono questa mia passione, questo lavoro che sto svolgendo. Detto ciò io sono super felice, credo di essere uno dei pochi ad aver ricevuto più di quanto ha dato nel calcio, lo dico con orgoglio. Parma ha un tifo tiepido rispetto a piazze come Verona e Genova? Verona e Genova sono due città molto più grandi di Parma. Il Verona ha fatto 11 anni in Purgatorio, non so se vi rendete conto di quello che significa. Noi abbiamo fatto un anno in B e sembrava fosse arrivata la Guerra Mondiale, se ne avessimo fatti 11-12 ci sarebbe stato bisogno del doppio Tardini, penso. Genova è una città di tradizione diversa, però, ripeto, ogni città ha la sua storia. Noi abbiamo una tifoseria più familiare, vengono i ragazzini, le signore, ed è più difficile per loro fare le trasferte. Il ragazzo di 20 anni che fa l’ultrà vuole cantare, urlare, portare lo striscione, ma la signora di 60 anni che vuole andare al terzo anello a San Siro…”.