Teleducato - Imborgia: "Addio per esigenze personali. Mai sentito sottovalutato a Parma"

08.01.2014 22:17 di Vito Aulenti Twitter:    vedi letture
Teleducato - Imborgia: "Addio per esigenze personali. Mai sentito sottovalutato a Parma"
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© foto di Federico De Luca

Intervenuto telefonicamente ai microfoni di Teleducato, Antonino Imborgia ha spiegato i motivi del suo addio a Parma, sofferto ma maturato da tempo per esigenze personali: "Quello che dovevo dire, l’ho già detto. Non c’è un motivo legato ai miei rapporti con Leonardi, Antonello (Preiti, ndr) o col Presidente, anzi. Ho ritenuto d’interrompere, perché ho pensato di non riuscire a crescere, a sviluppare, ad ampliare il mio percorso personale. Ho letto che il motivo era economico, non è così, anzi, ho rinunciato a un anno e mezzo di contratto, un contratto importante tra l’altro. Per Leonardi e Ghirardi non era così, ma dentro di me avevo la sensazione di essere arrivato al limite del mio percorso a Parma. È stata in assoluto una mia decisione, che magari in futuro si rivelerà sbagliata. Sono stato io a chiedere un contratto con scadenza 2015, perché i contratti lunghi mi fanno affogare, sono fatto così, devo sentire di poter interrompere le cose quando lo ritengo più opportuno. Con un contratto fino al 2017 sarebbe stato molto più difficile comunicare agli altri la decisione di lasciare.

Dopo aver espresso il mio desiderio di andar via, Leonardi mi ha subito chiesto se ci fosse un’altra squadra, come spesso accade nel calcio. Nel mio caso non era così. Io demotivato perché poco valorizzato al Parma? Io nella mia vita ho sempre fatto il primo, senza nulla togliere al ruolo di ‘secondo’. Quando sono arrivato al Parma, abbiamo ritenuto opportuno fare un’entrata soft, ma poi è chiaro che se entri con la qualifica di consulente e vivi la quotidianità come se fossi un dirigente, tutti capiscono che non sei un semplice consulente. Io ho accettato la scelta, al massimo sono io che mi sono sottostimato, non gli altri. Nel mio rapporto di lavoro con Preiti e Leonardi non c’è mai stato un momento in cui mi sono sentito sottoquotato. Non mi definisco un animale mediatico, ma più un uomo di campo, quindi, forse, avere un po’ più di visibilità poteva essere un modo per far capire agli altri quanto la mia figura fosse importante, sempre per quelli che erano poi gli indirizzi del club e le scelte dell’Amministratore Delegato Pietro. Io mi sono sempre allineato alle sue indicazioni".