Lucarelli su passato e presente: "Cassano non potevamo permettercelo. La penalizzazione, una mazzata"

20.04.2015 23:41 di Vito Aulenti Twitter:    vedi letture
Lucarelli su passato e presente: "Cassano non potevamo permettercelo. La penalizzazione, una mazzata"
© foto di ParmaLive.com

Nella parte centrale del suo intervento ai microfoni di Tv Parma, il capitano ducale Alessandro Lucarelli ha parlato anche della vecchia gestione della società, del feeling con i tifosi, della penalizzazione e di Antonio Cassano: "Potevamo svegliarci prima? Sicuramente questa squadra ha dei limiti tecnici, delle mancanze. Non parliamo di uno squadrone o di una squadra che vince 3-0 tutte le gare da quando ci sono i curatori. Non è che prima eravamo fannulloni, la situazione è stata costante. La presenza dei curatori è una cosa positiva, però, se ci sono, significa anche che qualcosa è andato storto… “.

A settembre e ottobre avevate già capito che qualcosa di grave stava per succedere?
“Sono un paio d‘anni che sappiamo dei problemi di liquidità della società, però nessuno poteva immaginare che si arrivasse a tanto. All’inizio non avevamo nemmeno un presidente, c’era solo Leonardi che faceva un po’ tutto. Siamo dunque partiti già col piede sbagliato. In più venivamo dalla mancata concessione della Licenza UEFA. C’era un po’ di risentimento nei confronti della società, siamo partiti nervosi. Noi quel traguardo lo avevamo conquistato sul campo”.

Avevate capito subito che si trattava di una mancanza della società e non di un’ingiustizia?
“All’inizio avevamo creduto alle parole del presidente. Poi, però, è venuto fuori che i problemi erano ben altri. Il problema che ha affossato il Parma è stato quello di pagare tutti debiti che avevamo per acquisire la Licenza UEFA: si è partiti subito con l’handicap di questi 10 milioni. In più si doveva fare mercato con Biabiany e Paletta, e non è stato fatto, dovevi andare in Europa e non ci sei andato… Quello è stato l’inizio della fine”.

Sei d’accordo sul fatto di non esultare contro le proprie ex squadre?
“Ci sono situazioni e situazioni. Dipende dai casi. Col Livorno io non esultai, ma più che altro perché a Livorno ci dovrò vivere (ride, ndr). Esultare però non è una mancanza di rispetto nei confronti di una città o di una tifoseria”.

Ogni punto di penalizzazione, un anno di galera. Questo è stato il tuo tweet dopo l’arrivo dei 4 punti di penalizzazione:
“E’ stato un tweet scritto di pancia. La penalizzazione è arrivata in un momento in cui ci stavamo togliendo soddisfazioni: si poteva aspirare al sogno di recuperare posizioni. Sapevo che sarebbero arrivate prima o poi, ma in questo momento mi hanno fatto male. Per l’ennesima volta abbiamo visto disfarsi quello che avevamo provato a ricostruire. Tra l’altro non penso sia finita qua: dovrebbe arrivare un’altra pesante penalizzazione per il caso Mariga”.

L’obiettivo ora è quello scavalcare qualche squadra in classifica?
“Forse sbaglierò, ma vado un po’ controcorrente. Questo non può essere un obiettivo, è una magra consolazione. L’obiettivo deve essere quello di continuare a giocare con impegno come stiamo facendo. L’obiettivo di arrivare penultimi lo considero un po’ di facciata”.

C’è un collegamento tra l’addio Cassano e i risultati positivi?
“Noi Cassano quest’anno non potevamo permettercelo come giocatore. Quest’anno c’era da fare legna, correre e dare tutto. Antonio in una squadra come quella della passata stagione fa la differenza; in una squadra che deve salvarsi, al contrario, la differenza può farla in negativo”.

I tifosi vi sono sempre stati accanto quest’anno:
“Hanno dimostrato attaccamento alla maglia e grande civiltà. In Italia non ci sono tifosi del genere. Basta vedere cosa succede negli altri stadi”.

All’inizio giocavi da libero:
“Sì, poi mi son dovuto trasformare in centrale, quel ruolo è sparito”.

Che ricordi hai del gol di tacco col Torino?
“E’ il gol più bello della mia carriera. Me lo tengo ben stretto, è stata una bella soddisfazione”.