Leonardi: "Donadoni non è un brocco e i giocatori non gli remano contro. Se andiamo in B non falliamo"

30.10.2014 23:10 di  Vito Aulenti  Twitter:    vedi letture
Leonardi: "Donadoni non è un brocco e i giocatori non gli remano contro. Se andiamo in B non falliamo"
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© foto di Luca Gambuti/Image Sport

Nel prosieguo del suo intervento ai microfoni di Teleducato, Pietro Leonardi ha toccato tanti altri argomenti, primo fra tutti quello riguardante il suo futuro: "Le dimissioni non le do perché so soffrire e non sono un codardo. Sono convinto che il Parma si salva. È nel momento in cui c’è massima gioia che c’è il rischio che Leonardi si faccia da parte. Se non ci fosse stato tutto quello che c’è stato, magari il pensiero di andar via c’era, perché magari si era completato un percorso. Io venderò cara la pelle: il Parma dovrà lottare ogni decimo di secondo per rimanere in A".

Contestazione - "Il tifoso sabato era giusto che si arrabbiasse nei limiti della civiltà. Io non posso fare il veggente. So solo che la squadra scenderà sempre in campo col massimo dell’impegno per raggiungere l’obiettivo".

Donadoni - "Io ho detto con forza che Donadoni è quello che ha conquistato l’Europa e tanti record, e che non è un brocco. Lo stesso Ghirardi stamattina ha elogiato la prestazione della ripresa di Torino, sottolineando che la squadra è attaccata all’allenatore. Se sapessi che il problema sono io e non Donadoni, sarei già a casa. Noi ci siamo messi in questa situazione, e noi ne usciamo. Il Parma è un malato: se c’è un malato che ha 40 di febbre, non è che dopo mezz’ora va in giro a ballare. Il Parma ha bisogno di tempo. Se i giocatori remassero veramente contro l’allenatore, ieri avremmo perso 4-0…”.

Dichiarazioni contrastanti tra a.d. e presidente - "La proprietà di una società ha dei pensieri che non sono di calcio. Secondo il presidente, se fossimo stati al completo saremmo stati competitivi. Io vivo di calcio, ho vissuto calcio, e ho detto quella che invece era la mia sensazione dopo Cesena”.

Difficoltà finanziarie - "Le obbligatorietà sono riferite non solo ai calciatori, ma anche ai collaboratori che sono contrattualizzati con contratti federali. I consulenti sono situazioni assolutamente diverse: questi, come in tutte le realtà, possono essere pagati ad emissione fattura e quindi nei termini stabili tra le parti. Io farei rimarcare che il Parma è la 15esima o 16esima società in A per esposizioni bancarie. Qualsiasi altra azienda non so come farebbe ad andare avanti. Il Parma ha tanti debiti, ma verso la controllante, cioè verso la società. È un qualcosa riferito all’interno".

Ipotesi Serie B - "Se andiamo in B falliamo? Premettiamo che non ci voglio manco pensare. Comunque sia, il Parma di Ghirardi in B già ci è andato ed è tornato in A l’anno dopo. Non ci sono rischi, ma una differenza sostanziale in quelle che sono le logiche degli investimenti per l’allestimento della rosa”.

Centro sportivo Collecchio - "Abbiamo destinato troppe risorse al centro? No, perché questa è una forza della società. Solo i club che fanno questi investimenti hanno un futuro. Ce lo insegna il modello tedesco: loro sviluppano in patrimonio e hanno una ripartizione dei diritti tv equa”.