Donadoni sul mercato: "Mancano due giorni, vediamo cosa accadrà"

30.08.2014 16:38 di Redazione ParmaLive   vedi letture
Donadoni sul mercato: "Mancano due giorni, vediamo cosa accadrà"
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© foto di Dario Fico/TuttoSalernitana.com

Si torna a parlare in conferenza stampa, prima di dare voce al campo e alle tribune. Domani c'è Cesena-Parma e mister Roberto Donadoni oggi è intervenuto nella sala stampa di Collecchio per rispondere alle curiosità dei cronisti presenti: "Finalmente ci siamo, anche se come al solito ci troviamo il mercato di mezzo e questo influisce psicologicamente, ma lo ripetiamo tutti gli anni e non cambia mai niente. Domani servirà una partita di carattere, incontriamo una squadra appena tornata in A e motivatissima". 

A centrocampo due su tre potrebbero essere nuovi:
"E' vero, in mezzo c'è stato qualche cambiamento e questo è innegabile. E' chiaro che si è fatto di necessità virtù e siamo ancora legati a questi ultimi giorni di mercato. Siamo chiamati a dare ancora una volta il meglio di noi stessi, sappiamo di aver fatto un grande campionato e dobbiamo utilizzarlo come insegnamento. L'ho detto ai ragazzi, tutte le squadre hanno voglia e volontà di migliorare, noi dobbiamo fare sempre meglio per confermarci quelli dell'anno scorso. Ci servono grandi motivazioni".

C'è il rischio che la gara di domani influisca sul mercato?
"Non so se la partita possa dare qualcosa di mercato ma negli ultimi anni gran parte delle operazioni sono state fatte nelle ultime ore del mercato, è una regola che vige da qualche tempo. Questo rende ancora più decisivo il risultato, inutile stare a fare tanti discorsi, vedremo ciò che succederà". 

Cassano non ci sarà, quando hai proposto il tridente senza di lui c'è stata una grande alternazione: saraà così anche domani?
"Credo possa essere un vantaggio per la squadra, si danno meno riferimenti agli avversari. Dovremo essere bravi a farlo con grande convinzione, se non c'è è difficile trasformare il lavoro che si fa in gol. E' un problemino che abbiamo, serve da parte di tutti la cattiveria agonistica di concretizzare quello che costruiamo. Altrimenti rischiamo di essere belli inutilmente".