Donadoni: "Ragioniamo come se fossimo proprietari del club"

28.02.2015 13:05 di  Redazione ParmaLive  Twitter:    vedi letture
Donadoni: "Ragioniamo come se fossimo proprietari del club"
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Triste seconda vigilia consecutiva senza partita per il Parma, ma Roberto Donadoni ha voluto parlare ugualmente in conferenza stampa al fianco di capitan Lucarelli per esprimere i propri sentimenti sulla situazione del club: "La cosa non è legata a un mero problema economico, anche se ci sono calciatori e dipendenti che ne parlano come ragione di vita; è capire il perché e come si è arrivati a questo. Ancora a oggi, non ho visto nessuno che è riuscito a dire 'in tutto quello che sta succedendo, forse qualche colpa l'abbiamo'. Questi responsabili sono stati messi nella situazione di operare in un certo modo. Sono stanco di vedere il cercare di mettere qualche toppa, adesso è arrivato il momento di guardarci negli occhi e dirci "dobbiamo intervenire in maniera radicale". Ci sono situazioni che non si possono più ripetere, bisogna prendere coscienza di questo ed evitare che ricapitino queste situazioni".

Il 'sistema' - "Devo dire grazie a tutti i giocatori che domani avevano deciso di aderire a questo tipo di protesta, la solidarietà è arrivata solo da loro, mentre ce n'è pochissima fuori dal campo. Abbiamo parlato con l'Assoallenatori, per il resto pochissimo. In questo momento la cosa corretta da fare non è dare delle risposte a cose che non sono state spiegate. Questo è un modo di agire contro il quale continuerò a combattere. La reazione del gruppo è stata di venire qui stamattina e di fare un allenatore da professionisti, tutto il resto lo vedremo. Davanti a fatti evidenti, è impossibile che una società calcistica possa funzionare. Ognuno cerca di salvare solo il proprio orticello e questo vale per tutti quelli che lavoro in questo mondo. La cosa più semplice che mi viene da pensare è che ci sono così tanti interessi nel dire e non dire determinate cose che il problema non viene affrontato. Come detto prima, non ci vanno messe le toppe. Io, se devo scontare sanzioni o essere penalizzato, sono bene orgoglioso di poterlo fare. Forse qualcun altro si deve vergognare, ma per queste circostanze non mi pesa assolutamente. Forse il nostro linguaggio non è così forbito, è il sistema che deve essere rivisto. Ma la parola sistema può lasciare il tempo che trova. Mi sembra giusto combattere per qualcosa in cui si crede e si ama fermamente, facciamo un calcolo delle persone coinvolte in questo business, anche se per me è solo un sport. Non ci sono le condizioni per giocare e anche per il rispetto verso i nostri colleghi allenatori e giocatori. Non siamo robot che si possono accendere e spegnere, siamo fatti di sentimenti ed emozioni che vanno anche oltre. Ci sono principi nella vita per i quali val la pena combattere, ma è giunto il momento di fermarsi. Non vogliamo solo riempirci la bocca, ma fare qualcosa in maniera concreta. Ci sentiamo come 'carogne in mezzo al deserto', sarebbe brutto rendersi conto che attorno a noi ci sono solo avvoltoi e sciacalli. Pensiamo a tutto ciò che dietro, ci sono ragazzi di 17-18 anni che hanno un futuro davanti".

Due parole anche sul futuro: "Mi auguro che ci saranno sviluppi positivi, vedremo se poter andare avanti. Noi restiamo positivi, coltiviamo questa speranza. Finché non abbiamo le idee chiare è inutile parlare di soluzioni. Credo che una società come il Parma non sia una cosa di poco conto, ci possono essere persone che hanno il gusto di prendere in mano la situazione. I pignoramenti? Per chi la vive dal di dentro sui pignoramenti ci facciamo solo due risate, con ben altro. Siamo abbandonati a noi stessi. Ormai Collecchio è terra di conquista, ma noi siamo compatti. Noi dobbiamo ragionare come se fossimo proprietari di questo club pur non essendone i detentori reali".