Focus - Pietro Leonardi, ascesa e caduta del direttore generale del Parma

05.03.2015 17:40 di  Michele Bugari  Twitter:    vedi letture
Focus - Pietro Leonardi, ascesa e caduta del direttore generale del Parma
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© foto di Federico De Luca

Dopo il secondo malore in pochi giorni e un ambiente che, come ha detto egli stesso, si sta mostrando sempre più ostile nei suoi confronti, Pietro Leonardi ieri sera ha rassegnato le dimissioni dall’ultimo incarico ricoperto all’interno del Parma, ovvero quello di direttore generale, commentando la sua decisione, resa pubblica dal sito ufficiale della società crociata, con queste parole: “Ho deciso di dimettermi da Direttore Generale del Parma Fc Spa. Le mie condizioni di salute, peggiorate negli ultimi tempi e l'attuale situazione ambientale che si è mio malgrado venuta a creare, non mi consentono più di svolgere il mio lavoro proficuamente, non volendo oltretutto risultare d'impaccio all'attuale proprietà. Ringrazio i miei collaboratori, i dipendenti tutti, lo staff tecnico, i calciatori e la tifoseria, ai quali mi sento e mi sentirò sempre profondamente legato”.

Entrato a far parte del Parma F.C. proprio come direttore generale nel giugno 2009, Pietro Leonardi ha dunque concluso il suo percorso in Emilia dopo poco meno di sei anni, vissuti tra alti e, a questo punto, molti bassi. Nato a Roma, Leonardi aveva iniziato la sua carriera di dirigente sportivo come dg del Monterotondo, in Serie D, prima di passare all’Aquila e successivamente all’Empoli, società con la quale in veste di direttore sportivo è giunto nella massima serie. Nel 2000 diventa invece il responsabile del settore giovanile della Juventus, prima di passare, quattro anni dopo, alla Reggiana e infine all’Udinese come direttore generale. A parte una parentesi come vice presidente della Cisco Roma, Leonardi ha quindi trascorso in Friuli due stagioni e mezzo.

Queste le sue parole nel momento di lasciare la società bianconera: “A me sono sempre piaciute le sfide, perciò ho colto questo momento professionale. L'Udinese avrà sempre un grande futuro: io volevo provare qualcosa di più difficile. Ho scelto il Parma perché ho scelto sempre le persone. Anche quando sono tornato, sono tornato per la famiglia Pozzo. Stavolta ho scelto Ghirardi. Qui ho vissuto tanti momenti belli che hanno offuscato quelli negativi: la conquista dell'accesso alla Champions, poi ai quarti di finale. Nell'ultimo mese e mezzo ho fatto questa scelta, propiziata dall'insistenza di Ghirardi. Comunque avevo parlato con lui prima che il Parma arrivasse in A: non è importante la categoria, davanti ad un progetto serio. Spero di vincere anche questa sfida”.

La fiducia in Tommaso Ghirardi viene subito ripagata, nell’ottobre del 2009, con la nomina da parte dell'assemblea dei soci anche ad amministratore delegato del Parma, con poteri di firma e gestione della liquidità. Nulla lascia presagire quello che dopo 5 anni sarà sotto gli occhi di tutti, tanto più che l’operato di Leonardi, stando al bilancio della stagione 2010/2011, porta a ottenere il primo utile dell’era Ghirardi. A certificarlo anche uno studio stilato dalla FIGC nel 2012 che riporta per il Parma un attivo di 700.000 euro, mentre a Collecchio si lavora sul futuro con la costruzione di un nuovo centro direzionale. Nel frattempo, precisamente il 26 marzo del 2012, Pietro Leonardi firma un contratto che lo lega alla società crociata fino al 2017. Quell’anno il Parma, anche grazie a un record di 7 vittorie consecutive, arriva 7° in campionato, l’anno dopo 10° e, nella stagione 2013/2014, dopo che Leonardi è riuscito a scambiare Belfodil con Cassano, e grazie anche ad un altro record di 17 risultati utili consecutivi, il club ducale arriva addirittura 6°. Posizione che vale il ritorno in Europa dopo 7 anni.

Ciò che è accaduto da lì in poi è storia recente e non ha a che fare con delle trasferte in giro per il continente: il punto più alto raggiunto da Pietro Leonardi con il Parma, coincide infatti con l’inizio della fine della società crociata, che dopo essere sopravvissuta al più grande scandalo di bancarotta fraudolenta e aggiotaggio della storia europea (il crac Parmalat), adesso sembra aver soltanto rimandato allora il suo appuntamento con il fallimento. Le responsabilità di Leonardi, rimasto, anche dopo l’uscita di scena di Ghirardi, su una nave sempre più nella tempesta, e infine travolto dagli eventi, tra non molto tempo verranno probabilmente accertate non più sulle pagine dei giornali sportivi ma altrove. L’augurio per ora è ovviamente quello di rimettersi fisicamente, insieme a quello, magari, di riuscire a spiegare prima o poi tutto questo. Quantomeno per amor di verità, se non solo del Parma.