Focus - Il calcio in rosa: un settore in ascesa, ma con ancora tanta strada da fare

14.03.2016 10:30 di Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Focus - Il calcio in rosa: un settore in ascesa, ma con ancora tanta strada da fare
© foto di Michele Guerra/ParmaLive.com

Il Parma femminile, allenato da Marco Libassi, sta certamente facendo molto bene nel girone emiliano di Serie C, con le ragazze crociate che stanno contendendo il primato alla fortissima Federazione Sammarinese. Questo è un ulteriore vanto per il Parma Calcio 1913, che ha dimostrato con i fatti di puntare sul calcio femminile con convinzione e non per una questione di "moda". A proposito di "moda", cerchiamo un attimo di approfondire l'argomento: il calcio "in rosa" è un settore sempre più in ascesa, soprattutto negli ultimi anni, ma ancora non riesce a riscuotere il successo che meriterebbe. Eppure, qualche segnale incoraggiante è arrivato: un esempio indicativo, per quanto frivolo in apparenza, potrebbe essere l'inclusione nel noto videogioco Fifa 2016 delle squadre femminili, anche se parliamo solo di squadre Nazionali. Insomma, l'attenzione sul fenomeno è crescente.

Ma c'è ancora tanta strada da fare: ci sono forti pregiudizi da sconfiggere, e questo è un aspetto che ci deve far riflettere. A maggio scorso fece scalpore la frase di Felice Belloli, allora presidente della Lega Nazionale Dilettanti, che disse nello specifico che "non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche". Al di là dell'insulto omofobo, è evidente che, se il calcio al femminile è guardato male già dagli uomini di calcio, è difficile che possa farsi strada. Rimane dunque da chiedersi: perché? Personalmente parlando, sono anche un appassionato di sci alpino: sport molto diverso, certo, ma nel quale non ci sono le barriere che esistono nel calcio. Tanto che in questo momento la più grande rappresentante del circo bianco è probabilmente Lindsey Vonn, sciatrice americana che sta battendo qualsiasi record e che presto (magari la prossima stagione) potrebbe anche eguagliare il numero di vittorie del leggendario Ingemar Stenmark. Ma qui stiamo divagando.



Dicevamo, il calcio femminile è mal visto da molti uomini e guardato con sospetto, quasi con paura: sicuramente è un discorso di tradizione, con il calcio che è stato sempre visto come uno sport prettamente, o esclusivamente, maschile. Il problema della divisione dei ruoli, che viene inculcato sin da bambini in "sport da maschio" e "da femmina" sicuramente riveste un aspetto decisivo in tutto ciò: perché una bambina che vuole giocare a pallone viene subito additata come strana, anormale, come se ci fosse qualcosa di sbagliato in questo. E' un problema, quindi, di carattere culturale, ed è sorprendente fare discorsi di questo genere nel 2016, quando la realtà dei fatti ci dice che tutti gli sport sono fatti per essere praticati da ambo i sessi.

Insomma, è giunto il momento di abbandonare certi pregiudizi. L'augurio è che, nonostante tutte le difficoltà, il calcio al femminile possa continuare la sua espansione, convincendo pian piano il pubblico e appassionando sempre più persone: penso che, come tifosi del Parma, dovremmo essere orgogliosi di avere non una, ma ben due squadre che si stanno facendo onore nei rispettivi campionati, e questa doppia gioia ce l'abbiamo grazie all'introduzione della squadra femminile. Cerchiamo di goderci ancora di più la bellezza di questo movimento, sicuramente più sano e genuino di quello maschile per via dei minori interessi economici che gli gravitano intorno. Lontano dagli interessi, lontano dai veleni e dalle polemiche. E forse è proprio questo che ci può far riappacificare con uno sport che troppe delusioni e schifezze (su più livelli) ci ha saputo regalare negli ultimi anni.