Focus - Adios Gabriel Paletta, la roccia a cui si aggrappava il Parma se ne va

03.02.2015 17:40 di  Michele Bugari  Twitter:    vedi letture
Focus - Adios Gabriel Paletta, la roccia a cui si aggrappava il Parma se ne va
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© foto di Federico De Luca

Se l’addio di Antonio Cassano aveva lasciato un po’ l’amaro in bocca ai tifosi del Parma, quello di Gabriel Paletta ieri è stato invece più che altro doloroso, a neanche un mese dal suo ritorno dall’infortunio, che aveva ridato qualche speranza nella drammatica situazione di classifica, e da quel gol “rovesciato” nella porta del Cagliari in Coppa Italia. Perché Gabriel Paletta, arrivato in sordina nel luglio del 2010, era diventato quasi da subito la roccia a cui aggrapparsi nei momenti difficili per tutti quelli ai quali stano a cuore i colori gialloblucrociati. Già al momento del suo approdo a Parma il difensore argentino si era infatti trovato in una situazione difficile con la squadra di Pasquale Marino da subito in forte difficoltà in campionato.

Il Parma l’aveva prelevato in estate dal Boca Juniors per 2,5 milioni di euro, anche se il difensore originario di Buenos Aires aveva già assaggiato l’Europa nel 2006/2007 a Liverpool, voluto dal tecnico dei Reds Rafa Benitez che di lui aveva detto: “Paletta è molto duro ed è esattamente il tipo di giocatore di cui avevamo bisogno e si troverà bene in Premiership”, salvo poi farlo scendere in campo solo 3 volte e rispedirlo in Argentina. Anche nel Parma però inizialmente Paletta non partì come prima scelta per la difesa di Marino, il quale inizialmente preferì schierare la coppia Lucarelli-Paci, e fu solo grazie all’espulsione del futuro capitano crociato che Paletta scese finalmente in campo al Tardini, nel pareggio con il Genoa.

Nonostante la buona prova contro Toni e compagni e i problemi in area di rigore del Parma fino a quel momento (5 rigori concessi nelle prime 5 giornate), Paletta rivide il campo però solo alla 7ª giornata, ma da lì in poi il suo posto se lo tenne ben stretto annullando attaccanti come Borriello e Pazzini, tanto da diventare da subito un beniamino dei tifosi crociati, e inaugurando insieme a Lucarelli una premiata ditta che ha difeso la porta crociata fino a pochi giorni fa. Quel Parma poi si salvò con l’arrivo di Amauri in attacco e quello di Colomba alla guida tecnica. Dopo altre due stagioni da incorniciare, condite nel complesso anche da 5 gol, la consacrazione per il difensore argentino è però arrivata l’anno scorso, con il Parma che giunge addirittura sesto in campionato e con Paletta che, come oriundo, strappa al ct dell’Italia Prandelli un biglietto per il Mondiale brasiliano.

Purtroppo per Paletta però l’avventura brasiliana non sarà del tutto all’altezza delle aspettative, anche se di sicuro mai come il nuovo campionato in maglia crociata, che per il difensore ormai italo-argentino inizia subito con un infortunio che lo tiene fuori dai giochi per quasi tutto il girone di andata. Quando torna in campo, la situazione del Parma è ormai drammatica, con una classifica che si fa sempre più difficile col passare delle giornate e delle sconfitte, e una situazione societaria che si fa invece sempre più incerta, nonostante il passaggio di proprietà, col passare dei giorni senza notizie chiare e senza stipendi pagati. E alla fine Gabriel Paletta, dopo aver indossato la crociata per 131 volte, se ne va, senza rescindere il contratto come altri suoi compagni, ma con la speranza di aver almeno contribuito con qualche milione di euro ad aiutare la sua ormai ex squadra. Ci mancherai Gabriel.