PL - Nunzella: "Lucarelli uomo prima che capitano. Col Parma in A non smette sicuro"

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09.11.2017 19:45 di  Sebastian Donzella   vedi letture
Nunzella in gialloblù
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Nunzella in gialloblù
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Con Alessandro Lucarelli ha condiviso una delle esperienze più difficili della carriera del Capitano. Parliamo dell'ultima annata in Lega Pro, vissuta tra alti e bassi, accuse di combine e ribaltoni dirigenziali. Eppure Leonardo Nunzella, esterno oggi in forza al Pordenone, conserva un ottimo ricordo del numero 6 ducale, ritenuto dall'attuale ramarro fondamentale per la risalita in cadetteria dei crociati. Continua così il viaggio di ParmaLive.com tra gli ex compagni di squadra di Lucarelli, nelle diverse categorie disputate, in occasione del record di presenze con la maglia gialloblù.

Partiamo dalla vostra ultima esperienza insieme, da quella finale playoff vinta con l'Alessandria e da quel discorso che ha fatto il giro del web...
"Non era il primo discorso che ci faceva, anzi. Prima di ogni gara, anche quando non giocava, ci teneva a caricarci. Quella volta, però, è stata speciale. Il suo è stato un discorso bellissimo, emblematico di quello che è Ale: un vero capitano dentro e fuori dal campo".

A proposito di discorsi, c'è anche quello nel post-Ancona, dopo le accuse di combine alla squadra...
"Lì si è visto l'uomo, non il calciatore. Un discorso da padre di famiglia e da vero uomo spogliatoi. Ale è sempre stato protettivo nei nostri confronti. Ed è così, non è una maschera che indossa davanti alle telecamere. Si mette sempre in prima fila per proteggere tutti".

Saltiamo all'inizio: come vi siete conosciuti?
"Il primo giorno in cui sono arrivato era in mensa, insieme al resto della squadra. Lui e tutti gli altri mi hanno accolto subito. Siamo stati molto uniti come gruppo e a malincuore li ho dovuti salutare a fine anno".

Nel mezzo una stagione difficile ma vincente, passata nello stesso reparto del capitano.
"Ale mi ha dato tanto, mi ha insegnato veramente tanto. Mi ha dato tanto dal punto di vista umano e anche da quello tattico.È sicuramente più facile giocare con uno come lui accanto che ti dà sempre consigli giusti nei momenti giusti. Anche quando eravamo tutti in difficoltà, nel periodo tra Ancona e Sudtirol. Ma la squadra forte si vede nei momenti peggiori, quando torni a vincere anche se non convinci. Ci sono stati tanti alti e bassi, anche nei playoff: mentalmente eravamo al top, fisicamente molto meno. Le energie nervose sono state fondamentali per ottenere il salto in cadetteria".

Ti aspettavi un Lucarelli titolare in Serie B?
"Chi lo conosce sa che avrebbe fatto di tutto per poter scendere in campo il più possibile. In allenamento ha sempre tirato la carretta e sono convinto lo faccia anche adesso. Eppure, dall'alto della sua esperienza, potrebbe anche adagiarsi. Ma non credo lo farà mai perché è il vero trascinatore di questo Parma. E ho sempre apprezzato il fatto che non abbia mai fatto pesare la sua carriera con nessuno".

Ha dichiarato che a fine anno smette.
"Se il Parma sale in Serie A se lo ritrovano ancora lì (ride NdR). Fisicamente sta bene e mentalmente è sempre stato una roccia. Con i ducali in massima serie vestirà ancora una volta la maglia crociata".

Vi sentite ancora?
"Sì, con lui e con tanti altri ci sentiamo molto volentieri. Seguo ancora il Parma e sono contento che stia andando bene dopo un inizio difficile. Mi spiace essere andato via ma sapevo che per me, quest'anno, non c'era più posto".

Il tuo presente si chiama Pordenone, l'avversario più ostico dei ducali nella strada verso la B.
"E stando qua ho capito anche perché. La società è molto seria e ambiziosa, la piazza è calorosa ma ti fa lavorare con tranquillità e serenità. Il girone è molto equilibrato anche perché mancano squadre come Venezia e Parma. La squadra da battere adesso è il Padova perché è la più strutturata. Noi siam partiti bene, raccogliendo molto poco nelle ultime partite anche a causa della sfortuna. Con la Reggiana, ieri, è arrivato un tiro in porta e un gol. Sono sicuro, però, che a breve ripartiremo in quarta: dobbiamo essere consapevoli che lottiamo per un obiettivo importante ma senza avere troppe pressioni. L'importante, insomma, è dare il massimo senza rimpianti".