PL - Nocciolini: "Tripla promozione nelle corde crociate. E Lucarelli non si ritirerà, di nuovo"

01.04.2018 21:21 di  Sebastian Donzella   vedi letture
PL - Nocciolini: "Tripla promozione nelle corde crociate. E Lucarelli non si ritirerà, di nuovo"
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© foto di Matteo Papini/Image Sport

Da avversario in Serie D a uomo gol nella partita più importante nella storia recente ducale. Nel giro di un anno la vita di Manuel Nocciolini è cambiata radicalmente: da attaccante tra i dilettanti che non era riuscito a sfondare ad esterno decisivo per approdare in cadetteria. E dopo la prima parte di stagione in Serie B, il passaggio al Pordenone, in prestito ma che potrebbe diventar definitivo. ParmaLive.com ha intervistato in esclusiva la punta crociata attualmente in neroverde per capire il suo rapporto con il team gialloblù.

Iniziamo dal presente: domani c'è Parma-Palermo. La seguirai?
"Direttamente dal "Tardini". Sarà bello tornare da spettatore e vedere tutte le persone che conosco. Spero, ovviamente, in una vittoria dei ducali anche se non sarà facile. I siciliani, insieme a Empoli e Frosinone, è tra le squadre più attrezzate per il salto in Serie A".

E il Parma?
"Può arrivare tranquillamente in Serie A. Per le prime due posizioni la vedo dura ma i crociati possono e devono provarci fino alla fine perché ci sono tante partite e c'è la qualità per far bene. Non ha molto di meno rispetto alle prime, ha semplicemente pagato il fatto di essere discontinua in alcuni frangenti della stagione. In caso di playoff, invece, la massima serie non è affatto un miraggio".

Magari vincendo i playoff come un anno fa...
"Esperienza indimenticabile. E quella finale, chi se la scorda? Segnare nella partita decisiva, sotto la tua curva è semplicemente un sogno. Ricordo ancora, di quei giorni, la presenza di tifosi crociati a Firenze: l'avevano invasa, sembrava di giocare al "Tardini"".

Torniamo al presente e alla stagione gialloblù. La stai seguendo?
"Sì, quando non gioco in contemporanea sono davanti la TV per seguire il Parma e, ovviamente, per tifarlo. Cosa che è successa anche nell'ultimo turno, con la bella vittoria ad Avellino. La partenza è stata ottima, poi c'è stata un po' di sofferenza ma i ducali sono stati bravi a portare a casa una vittoria fondamentale per il camino crociato".

A due mesi di distanza dal tuo passaggio al Pordenone, come giudichi la tua esperienza in Emilia?
"Meravigliosa. Sono arrivato in punta di piedi un anno e mezzo fa dopo il campionato in D col Forlì e per me era già un sogno esser stato contattato da una società come il Parma, figuriamoci firmare con loro, tornando per di più tra i professionisti. E il bello doveva ancora arrivare, con la stagione più bella della mia carriera. In cadetteria, invece, ho provato a giocarmi le mie carte ma c'è molto rimpianto: potevo far meglio soprattutto nelle partite da titolare, anche se da debuttante son contento di aver fatto diverse presenze. Peccato, però, perché mi era stata data la possibilità di mettermi in mostra e non l'ho sfruttata al meglio".

Tornando così in Serie C, al Pordenone. Come mai questo passaggio?
"Sarei anche potuto rimanere a Parma a gennaio, la società non aveva intenzione di cedermi a tutti i costi. Però avevo bisogno di sentirmi un po' più importante all'interno di una squadra, anche per il ruolo in cui gioco, e quindi mi sono guardato un po' intorno. Quando è venuto fuori il discorso di Pordenone, col mio agente ci siamo facilmente convinti a provare, visti anche l'esaltante cammino in Coppa Italia e i due playoff consecutivi in Serie C. Senza contare che i ramarri mi avevano impressionato lungo tutto l'arco dell'ultima stagione, fino a quella semifinale vinta ai rigori".

A proposito di quella gara, per mesi il patron friulano Lovisa ha recriminato contro le decisioni arbitrali. Ne avete parlato?
"Il mio primo giorno a Pordenone, appena arrivato in sede (ride NdR). Mi ha subito ricordato che a quest'ora, forse, in B ci sarebbero stati loro. Ma il tono è stato molto leggero e scherzoso, ormai la cosa è superata. Adesso, invece, siamo uniti per un obiettivo".

Che sarebbe la Serie B...
"A chi non piacerebbe? Però bisogna guardare in faccia la realtà e capire che i playoff saranno difficilissimi. Noi comunque ci proveremo, perché so di poter dare di più a questa squadra e voglio risalire di categoria. E visto l'obbligo di riscatto ramarro in caso di cadetteria, potrei anche tornare in B in neroverde".

E Parma?
"Se non raggiungiamo la promozione in Friuli da contratto torno in Emilia. Poi non mi aspetto chissà cosa, sarebbe comunque un sogno iniziare il ritiro con loro".

Magari in Serie A...
"Lì sarebbe incredibile. Per me ovviamente, non per questo Parma: dopo il fallimento ha ripreso a fare grandi cose. La società e la squadra hanno nelle corde la terza promozione di fila anche se si tratterebbe di una cosa più unica che rara".

C'è anche la possibilità di rivedere i ducali in cadetteria da giocatore del Pordenone.
"Sarebbe da brividi tornare al "Tardini" da avversario. Sono stato benissimo a Parma in quest'anno e mezzo, la gente mi vuole bene e la tifoseria è da prime della classe".

Ti senti ancora con i tuoi colleghi gialloblù?
"Sì, c'è un gruppo Whatsapp con una parte di quel Parma. Mi sento spesso con i ragazzi che sono rimasti, dopo Avellino ho mandato un messaggio a Munari e appena posso vado a trovarli".

Tra di loro, immaginiamo, ci sia anche capitan Lucarelli. Secondo te quest'anno si ritira per davvero?
"Farà lo stesso ragionamento di un anno fa: in caso di A rimarrà un altro anno, in caso di B penso lascerà, ovviamente rimanendo in società. Anche perché è ora che dica basta da calciatore: largo ai giovani (ride NdR). Scherzi a parte Alessandro è un vero capitano, ha sempre una parola positiva per tutti, riesce sempre a invogliarti e ti obbliga a non smettere mai di lottare".

Un'altra colonna di questo Parma è mister D'Aversa. Che rapporto hai con lui?
"Adesso ovviamente non ci vediamo da un po' ma ho un bellissimo rapporto con lui. Mi ha dato la possibilità di continuare il mio percorso in gialloblù dopo l'avvicendamento con Apolloni e mi ha subito permesso di scendere in campo da titolare in cadetteria. Gli devo tanto. Come spesso accade è stato criticato quando le cose andavano meno bene ma in pochi conoscono il lavoro che c'è dietro, la grande professionalità che hanno lui e l'intero staff. Ogni tanto ci vedevamo anche a prendere un caffè fuori dal campo, ora lo incontro volentieri quando sono a Parma e dintorni".

Domanda tecnica: Calaiò e Ceravolo possono giocare insieme?
"Sì: al di là delle ottime prestazioni sono due calciatori intelligenti. Mi ricorda un po' quanto accaduto un anno fa con Calaiò ed Evacuo, anche lì si parlava di far coesistere i due. Attualmente, comunque, Ceravolo è rientrato da un lungo infortunio, gli serve il giusto tempo per raggiungere la forma migliore".

A proposito di attacco ducale: la sensazione è che si sacrifichi sempre per aiutare a blindare la difesa.
"Sia con Apolloni che con D'Aversa il ruolo degli esterni d'attacco era ed è quello di dare una mano in fase difensiva per poi provare a raggiungere il gol. Si dice che i primi difensori sono gli attaccanti e a Parma è così: i ruoli offensivi, in gialloblù, causano un grande dispendio di energie ma non si tratta di un sacrificio ma di remare insieme verso un obiettivo comune. A livello personale in maglia crociata ho girato un po' tutti i ruoli dell'attacco: non è mai stato un problema, dove il mister mi mette, ovviamente in attacco, sto".

Tra i colleghi crociati più giovani, chi pensi riuscirà ad arrivare in alto?
"Mazzocchi ha grandi potenzialità, arriverà molto lontano. Lo vedi che è veramente forte, credo che a breve farà il salto di categoria. Non male nemmeno Sierralta, che è nel giro della Nazionale e Dini, il terzo portiere, che è veramente molto forte. Diciamo che essere giovani a Parma non è facile, c'è tanta pressione e ci sono tanti giocatori esperti con cui ti giochi il posto".

Chiusura con un paio di incontri in giro per l'Italia: nel tuo girone, in C, ci sono Giorno e Simonetti.
"Il primo lo incontrerò nel prossimo incontro, il secondo all'ultima giornata. Saranno avversari da battere, nonostante la comune provenienza gialloblù, perché questo Pordenone ne ha bisogno per raggiungere i suoi obiettivi".