Zero gol nelle ultime due e pochi tiri. Ma non c'è da preoccuparsi, la forza è il collettivo: questo Parma ricorda l'Islanda di Euro 2016

31.10.2018 23:00 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Zero gol nelle ultime due e pochi tiri. Ma non c'è da preoccuparsi, la forza è il collettivo: questo Parma ricorda l'Islanda di Euro 2016
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

In questa serata di Halloween (o Samhain se siete appassionati di storia e cultura celtica) vorrei ragionare un po' con i numeri che ha totalizzato sin qui il Parma. E' vero, teoricamente l'ho già fatto nel Focus di oggi, in cui ho cercato di confrontare diversi dati statistici riguardanti Parma e Frosinone, prossime avversarie. Ai freddi numeri, però, c'è anche bisogno di dare un senso, perché qualsiasi tifoso del Parma, leggendoli, potrebbe preoccuparsi. Ad esempio, i crociati hanno nettamente la media di possesso palla più bassa della Serie A, sono la squadra che tira meno in assoluto, hanno la percentuale di precisione nei passaggi più bassa, ed è anche la squadra che, più di tutte, è abituata a giocare nella propria trequarti campo. Sono dati che, poi, potrebbero far aumentare la preoccupazione se guardiamo le ultime due sfide: zero punti raccolti, zero gol segnati, due sconfitte, cinque reti subite. Se uno leggesse i numeri in modo superficiale parrebbe un disastro, ma ovviamente non è così.

E il fatto che non sia così lo si spiega guardando nella casella dei punti realizzati: ben 13, che sono tanti se paragonati ai 5 del Frosinone (che pure nei dati citati poco fa ha fatto leggermente meglio del Parma). Significa che i numeri sono relativi, e che possono essere spiegati alla luce di quella che è la reale efficacia del gioco della squadra di D'Aversa. Per fare un paragone con una Nazionale, questo Parma ricorda un po' l'Islanda per certi versi, perlomeno l'Islanda che ha fatto benissimo a Euro 2016 e che poi si è qualificata anche ai Mondiali 2018. Ultimamente la Nazionale nordica sta andando meno bene, ma non divaghiamo.

Il confronto, tutto sommato, è semplice: sia il Parma che quell'Islanda (diciamo quella dei ct Lagerback prima, e Hallgrimsson poi) puntano molto sulla solidità difensiva, e in particolare dei difensori centrali. Non è un caso che quella Nazionale avesse due centrali titolari fissi (Ragnar Sigurdsson e Kari Arnason), e il Parma stia facendo lo stesso con Bruno Alves e Gagliolo. Da lì in poi, grazie a un centrocampo di muscoli e polmoni, ma comprendente anche un giocatore con i piedi buoni (che può essere Gylfi Sigurdsson nell'Islanda quanto Stulac nel Parma), sono due squadre in grado di capovolgere l'azione, ribaltando completamente il fronte di gioco nel breve grazie a un attaccante che gioca bene negli spazi (qui il paragone è tra Inglese e uno tra Sigthorsson, Finnbogason e Bodvarsson), per poi sfruttare gli inserimenti degli esterni (nell'Islanda, Gudmundsson è un'ala che svolge benissimo questo compito). I crociati, oltretutto, hanno un giocatore come Gervinho che con la sua velocità non ha paragoni, e quindi si capisce come, pur avendo sia il Parma che l'Islanda un possesso palla esiguo, riescano a essere molto pericolose grazie anche a un forte spirito di sacrificio e grande capacità di sofferenza. Last but not least, sia i crociati che la Nazionale nordatlantica sanno come far male sui calci piazzati, pur con caratteristiche (ovviamente) diverse.

Con questo paragone, voglio dire solo che i numeri non sono tutto, e non devono preoccupare perché i punti realizzati sin qui dal Parma sono tutti meritati. Le ultime due sfide, giocando questo tipo di calcio, rappresentano incidenti di percorso che possono starci, ma che non devono far suonare alcun campanello d'allarme. Augurandoci, chiaramente, che la squadra riprenda a macinare punti già a partire dall'importantissimo match con il Frosinone.