Una scossa per riflettere: scopriamo le ragioni del rinvio. Ancora una domenica amara: siamo nell’incubo del calcio finito

28.02.2015 19:00 di  Marco Rizzo  Twitter:    vedi letture
Una scossa per riflettere: scopriamo le ragioni del rinvio. Ancora una domenica amara: siamo nell’incubo del calcio finito
© foto di ParmaLive.com

“Ragioniamo come se fossimo proprietari del club”. Con queste parole, annunciate in conferenza stampa, l’allenatore del Parma Roberto Donadoni ha fatto chiarezza sul momento drammatico del club, ormai da diverso tempo privo di una proprietà. Ancora un rinvio ed una domenica amara. Non giungono tutele dalle istituzioni del calcio e, secondo quanto dichiarato, sono solo le associazioni di calciatori ed allenatori ad aver sostenuto la causa, oltre le parole di solidarietà espresse da diverse piazze. Tuttavia, le motivazioni della decisione vanno analizzate e comprese con cura.

Le parole del capitano Alessandro Lucarelli, ormai quotidianamente alle prese con i giornalisti, possono essere d’aiuto per capire le ragioni di fondo. Il problema è ben più grande e generale. Non giocare significa dare una scossa ed un segnale forte alle istituzioni totalmente restìe ad affrontare la situazione a viso aperto per cambiare il quadro e impedire che situazioni simili possano verificarsi ancora una volta, sconvolgendo una nuova piazza. Dietro una squadra di calcio che percorre la strada del fallimento si celano un intero mondo di lavoratori privo della possibilità di percepire il proprio stipendio e vivere con i propri mezzi, oltre l’uccisione della passione di una tifoseria che tiene in piedi questo mondo del calcio ormai fin troppo malato. Non passi per superficiale, allora, la decisione dei calciatori, che scelgono di rinunciare all’appuntamento domenicale per far aprire gli occhi un po’ a tutti: si sta sprofondando nel baratro e, come detto satiricamente da Donadoni alla troupe della trasmissione “Striscia la notizia”, il famoso premio simbolico del Tapiro andrebbe consegnato ad altra gente.

Infine, delle brevi considerazioni per concludere. Quest’oggi sarebbe dovuta essere la vigilia di Genoa-Parma, consueta gara di campionato. Come ormai da diverso tempo, con la massima passione mi sarebbe piaciuto presentare la gara del Ferraris, nelle sue difficoltà e nella sua bellezza. Parlare, magari, di una Parma in ripresa, di una squadra compatta, lodare il tecnico per meriti sportivi (come meriterebbe) e non solo per le sue battaglie dedite al destino del Parma, e chissà se fosse stato possibile parlarvi del riscatto di Belfodil, talento sempre ammirato dalle sue apparizioni nella prima stagione in maglia gialloblu. Così come, da lunedì, ritrovarci e commentare una gara che sarebbe stata difficile, bella e spettacolare. E, se sconfitti, pronti ad individuare gli errori e ripartire. Come sempre fatto. Prima di trovarci, come ora sta accadendo, in questo incubo del calcio finito.