Toccato il fondo, Donadoni lascia sempre più interrogativi senza risposte

19.12.2014 00:00 di Marco Rizzo Twitter:    vedi letture
Toccato il fondo, Donadoni lascia sempre più interrogativi senza risposte
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© foto di Luca Gambuti/Image Sport

Il Parma di Donadoni non è mai in partita al San Paolo, dura circa venti minuti e svolge bene, per i partenopei, il ruolo di avversario da amichevole infrasettimanale prima del match di Supercoppa contro la Juventus. Ancora una prova a dir poco vergognosa, tra le peggiori degli ultimi tempi di una squadra che ha toccato il fondo raggiungendo il fallimento totale.

Per quanto concerne l’analisi del match, gli errori sono evidenti. Paletta ha sbagliato la marcatura in occasione di un cross facile, permettendo ad un ottimo e forte Zapata di girarsi in area di rigore e calciare in porta. Sul rigore, poi, ancora un’ingenuità di Gobbi (non la prima quest’anno): entrare sull’uomo senza temporeggiare in area è uno schiaffo alla più elementare scuola calcio. Il resto, poi, è stata un’attesa passiva della fine del match. Cassano più che da falso nove agiva da regista aggiunto, lanciando nessun calciatore del Parma in grado di attaccare la profondità. Non si ricordano scatti di Palladino e De Ceglie in tal senso; ci ha provato Rispoli, ma con risultati più che deludenti. Le sostituzioni, poi, lasciano sempre interrogativi senza risposte: Rispoli non era certamente il calciatore (improvvisato esterno d’attacco) che potesse cambiare il match e, tralasciando il cambio forzato di Mendes, si è assistito alla solita staffetta di Galloppa, ancora non capace di reggere i novanta minuti.

Si dice che al peggio non c’è mai fine, ma forse in questo caso si è toccato il fondo. Il Parma è una squadra senza cattiveria, che merita pienamente la classifica attuale. Troppe volte si è fatto appello a fattori terzi dimenticandosi delle colpe proprie. E’ una società in cui non si sa perché Belfodil è praticamente fuori rosa (nonostante le critiche, non ci sono dubbi che non possa militare in questo team), in cui si assiste ad un ping pong di comunicati ufficiali che hanno l’obiettivo di smentire ciò che la controparte afferma. E’ la squadra che ha subito più gol di tutti e fatica a tirare in porta o creare qualcosa negli ultimi venti metri. E’ lo specchio di un mercato fallimentare e di scelte dirigenziali errate. Quei punti, sei con penalizzazione e forse ulteriori diminuzioni in arrivo, sono espressione del caos totale, dove non ci sono idee e progettualità. E’ l’ora, però, che si faccia mea culpa, ci si metta la faccia ed i colpevoli si assumano le proprie responsabilità per lo spettacolo offerto.