Nelle difficoltà ci si può anche esaltare

20.09.2014 00:00 di Marco Rizzo Twitter:    vedi letture
Nelle difficoltà ci si può anche esaltare
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© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport

E’ uno dei momenti più duri dell’era targata Ghirardi. Sono giorni, infatti, in cui stanno tornando i fantasmi di quella maledetta annata  del 2008, in cui nulla andava nella giusta direzione. Arrendersi all’inizio delle difficoltà, però, sarebbe l’atteggiamento più sbagliato in questo momento. Affrontare la trasferta veronese da provinciale, giocando con umiltà e spirito guerriero, è la sola unica risposta, consapevoli di presentarsi al Bentegodi da ultimi della classe e con sei gol al passivo in due match contro un avversario di valore.

Il Chievo, infatti, ha condotto un calciomercato di prim’ordine. Corini ha costruito un 4-3-3 equilibrato e gli acquisti effettuati dalla dirigenza clivense hanno seguito il diktat tecnico-tattico dell’allenatore ed ex mediano gialloblu. Dramè è stato rimpiazzato al meglio con il giovane Biraghi, Izco è un ottimo jolly in mediana ed il reparto offensivo presenta alternative di assoluto valore: l’ex Schelotto, Ruben Botta e Birsa per due maglie sugli esterni sono validissime opzioni mentre contare sulla staffetta Maxi Lopez-Paloschi suona come un lusso per una realtà come quella veronese. Galvanizzati dall’impresa del San Paolo di Napoli di domenica scorsa, affronteranno sulle ali dell’entusiasmo una squadra che sta davvero subendo (da mesi ormai) colpi bassi alla cinta, quelli proibiti dall’arbitro nei più duri match di boxe. Mister Donadoni, tuttavia, sembra voler insistere sul 4-3-3 che ha garantito i nobili successi, ma certe indicazioni tenderebbero verso un cambio di direzione. Belfodil deve ancora trovare il miglior feeling con il ruolo di attaccante esterno e, con l’assenza di Biabiany, i calciatori di fascia sono praticamente assenti al momento in casa Parma, considerando Ghezzal, Palladino e De Ceglie (nell’inedito ruolo ricoperto a Genova sulla sinistra) soluzioni non vincenti. Portare Ristovski e De Ceglie ad agire da fluidificanti e riaffidarsi al terzetto difensivo con Mendes, Costa e capitan Lucarelli (nel ruolo in cui forse rende al meglio) potrebbe ricompattare l’undici gialloblu. Cassano, inoltre, potrebbe giocare al servizio della punta algerina, che avrebbe la definitiva chance per scacciare ogni segnale di crisi e far emergere il suo talento cristallino.

Perché problemi da mesi dicevamo? Il finale della favola Parma nella stagione del Centenario veniva scritto il 18 maggio scorso, solo quattro mesi addietro. Da lì, poi, sarebbe accaduto l’impensabile. L’esclusione (con un ricorso ancora pendente, mah) dall’Europa, la proprietà che lascia (e che torna), un avvio difficile, una squadra che in campo stenta ad amalgamarsi. Queste problematiche (di cui abbiamo già discusso) vanno ad aggiungersi a problemi costituiti da variabili impazzite, impossibili da controllare. L'infortunio improvviso di Cassani, che lo terrà diversi mesi fuori dal campo, con gli auguri di pronta guarigione e vogliosi di rivederlo in campo presto. Per passare, infine, alla grana Biabiany: calciatore e professionista esemplare, attaccato a questa realtà e costretto a fermarsi per motivi che vanno oltre ogni discorso e  critica calcistica. Di fronte problematiche di questo genere, è giusto dimenticare ogni pour parler relativo al terreno verde ed augurarsi che queste difficoltà  possano risolversi al più presto possibile. Tutti attendono per rivederlo correre all'impazzata su quella fascia, far gol e, perchè no, esultare con tanta tanta gioia come lo vediamo in foto, in quella serata magica al Tardini contro l'Inter. E’ a lui che questo editoriale è dedicato.