Le due facce della medaglia

13.04.2014 21:00 di Marco Rizzo Twitter:    vedi letture
Le due facce della medaglia
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© foto di Federico Gaetano

Al termine del lunch match del Dall'Ara viene spontaneo chiedersi se il bicchiere sia da considerarsi mezzo pieno o mezzo vuoto, alla luce del pari ottenuto e del punto che muove comunque la classifica della squadra di Donadoni. La partita di Bologna, però, ha rivelato aspetti positivi e qualche debolezza, che portano a considerare più che giusto il risultato maturato nel derby dell'Emilia. Vediamo entrambi gli aspetti.

Innanzitutto, il Parma non è riuscito ad imporre la propria fluida manovra di gioco sul terreno nemico. Avranno contribuito a ciò l'assenza di Cassano (che si sa quanto possa dare nel gioco palla a terra), la mancanza di Parolo (giocatore capace di agire tra i due reparti creando grattacapi negli inserimenti con e senza palla) ma l'azione del Parma non risultava pungente, merito anche del Bologna che si è difeso egregiamente. Già, il Bologna. Alla vigilia erano stati preannunciati tra i pericoli della formazione felsinea la grinta e la voglia di lottare: così è stato. La prestazione della difesa, Morleo e Pazienza a centrocampo e la grinta confusionaria di Kone sono una conferme importanti in tal senso. Il rimpianto per il tecnicno gialloblu, senza voler dar giudizi col senno del poi, può essere quello di aver impostato una squadra troppo tecnica e poco pratica: puntare su un gioco sui lati più semplice, partendo con Amauri e Munari dal primo minuto (privilegiando il tridente pesante e non schierando il doppio mediano Gargano-Acquah) avrebbe forse creato maggiori pericoli alla retroguardia rossoblu, comunque in ottima giornata. In tal senso, sarebbe stato interessante vedere Palladino agire per più tempo nel ruolo di attaccante esterno: il calciatore sembra in forma e (sarà un caso) nella sua posizione naturale ha provato ad illuminare ed ha realizzato un gol, quello del pareggio, di pregievole fattura, che ha tenuto il Parma in vita e chissà quanto sarà determinante alla fine del campionato. Il lato positivo, infatti, riguarda proprio questo: non aver perso è un dato importante, dal punto di vista morale e non solo. A cinque partite dal termine, ogni punto diventa parte di un qualcosa di importate: la vittoria avrebbe certamente permesso un'accelerata positiva ma, alla luce anche dei risultati maturati nel pomeriggio, il pari non è da buttare, con le tre lunghezze di vantaggio sulla settima posizione ed il meno due dalla quinta Inter, avversasaria il prossimo sabato.

La classifica, allora, lancia un chiaro monito. La possibilità di scavalcare i nerazzurri viene servita subito, fra una sola settimana, ed il Parma è artefice del proprio destino, come dichiarato anche dall'attaccante Raffaele Palladino nel post-gara. C'è chi dice che inseguire sia più facile, non avendo nulla da perdere e giocandosi il tutto per tutto. Diversamente, un atteggiamento maturo impone di fare la corsa solo su sè stessi, migliorandosi continuamente nel completamento del proprio percorso. Meglio dipendere dal proprio cammino. Così ragiona una grande squadra. Il Parma ambisce all'Europa? Che dimostri di meritarla.