Ho sognato il Parma del futuro: società a Lucarelli, squadra a Crespo. Se non abbiamo i soldi almeno mettiamoci passione e idee

02.03.2015 20:49 di Simone Lorini Twitter:    vedi letture
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Un sogno di mezz'inverno, una speranza che la favola del Parma in Serie A o comunque tra i professionisti, non sia finita qui, con Manenti, con Taçi, con la follia di Ghirardi, che ha regalato una società messa malissimo a chi non ha un solo o comunque non lo ha voluto investire nel calcio emiliano. Dobbiamo guardare al futuro, è davvero inutile analizzare il passato, perché ciò che è alle spalle non si può cambiare: a quello che hanno combinato queste "persone" o che stanno ancora facendo, andrà in pasto alla Procura, mentre noi dobbiamo cercarci un avvenire.

Se il Parma finisse in Serie B, come tutti ci auguriamo (una permanenza in Serie A a questo punto è utopia pura, per non dire pazzia) il sindaco sarebbe pronto e lo ha fatto capire in tutti i modi possibili in queste settimane, pur non dichiarandolo apertamente e per questo gli dico ben fatto, perché di promesse che potrebbero non avverarsi non abbiamo davvero bisogno, anzi ne abbiamo piene le tasche. Zanetti, a quanto abbiamo capito, è l'alternativa più concreta in questo momento: sulla serietà, a volte sfociata in intransigenza, dell'imprenditore bolognese non ci piove, per cui non c'è da augurarsi che il suo interesse sfoci in un tentativo di acquisizione, ma serve un socio parmigiano che lo possa affiancare e aiutare nelle questioni più spinose. 

Se il club precipitasse tra i Dilettanti, allora sarebbe bello poter trasformare in realtà alcune idee molto interessanti. Per esempio a me ha colpito la frase di Donadoni: "Comportiamoci come se la società fosse nostra, anche se non è così". E se lo diventasse? Una squadra dilettantista non ha certo costi proibitivi, se il tecnico e qualche altro coraggioso (Lucarelli per esempio) decidessero di investire seriamente nel progetto crociato questo concetto puramente teorico potrebbe diventare una meravigliosa realtà. Magari con Donadoni presidente, Lucarelli ds e Crespo come tecnico: scelte di cuore, per una piazza che per molti personaggi legati all'attuale Parma non è più solo un lavoro ma una seconda casa.