Faggiano mette radici a Parma. Dopo aver vinto tutto quello che poteva in gialloblù. E pensare che due anni fa fu la terza scelta per il ruolo di diesse

20.11.2018 22:30 di Sebastian Donzella   vedi letture
Faggiano mette radici a Parma. Dopo aver vinto tutto quello che poteva in gialloblù. E pensare che due anni fa fu la terza scelta per il ruolo di diesse
© foto di Federico Gaetano

Dicembre 2016: il Parma è a un passo dal buttar via una stagione. I gialloblù faticano in Lega Pro e la proprietà, la stessa di oggi dopo la parentesi cinese, due settimane prima, dopo la batosta col Padova, ha deciso di azzerare la dirigenza: via l’allenatore Luigi Apolloni, il direttore tecnico Lorenzo Minotti e il direttore sportivo Andrea Galassi. A loro si aggiunge Nevio Scala che sceglie la strada delle dimissioni. Sono giorni frenetici in casa crociata, con nomi su nomi e accordi che sembrano arrivare ma poi non arrivano mai. Fino al 6 dicembre, quando Daniele Faggiano diventa il direttore sportivo dei gialloblù. Lui che, una manciata di giorni prima, era ancora sotto contratto al Palermo. Lui che non sarebbe mai dovuto arrivare tra i ducali, con quest'ultimi che avevano cercato l'ex Palmieri e avevano tentato, con mezzo milione di euro, il diesse spallino Vagnati. 

Accordi che, per fortuna dei gialloblù, non arrivarono. Nulla contro due valenti dirigenti che hanno dimostrato in altre piazze di saper fare calcio, e di saperlo fare anche molto bene. E non abbiamo, non l'avremo mai, la controprova di come sarebbe stato se uno dei due avesse scelto Parma. Sappiamo, però, come è andata con Faggiano. I risultati non mentono: due promozioni consecutive e mai da favorito. In C il pass arrivò solamente ai playoff, dopo che il Venezia aveva già preso il largo. In B, invece, niente vittoria del campionato ma secondo posto dorato, tanto insperato quanto cercato, per centrare la A al primo colpo. E adesso il rinnovo al 2020, segno di una certificata fiducia da parte della società. Adesso, però, verrà il difficile: bisognerà svecchiare la rosa, valorizzare al meglio un investimento pesante come Da Cruz, puntare ad avere giocatori di proprietà e non più in prestito. Faggiano, dopo le foto di rito e i sorrisi presidenziali, è già tornato al lavoro.