Dalla gloria al baratro: Leonardi-Parma, un addio inevitabile

05.03.2015 20:51 di  Vito Aulenti  Twitter:    vedi letture
Dalla gloria al baratro: Leonardi-Parma, un addio inevitabile
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© foto di Federico Gaetano

Dopo 5 anni, 9 mesi e 4 giorni è terminata l'avventura a Parma di Pietro Leonardi, che nella giornata di ieri ha rassegnato le proprie dimissioni da dirigente generale gialloblù. "Ho deciso di dimettermi da Direttore Generale del Parma Fc Spa. Le mie condizioni di salute, peggiorate negli ultimi tempi e l’attuale situazione ambientale che si è mio malgrado venuta a creare,  non mi consentono più di svolgere il mio lavoro proficuamente, non volendo oltretutto risultare d’impaccio all’attuale proprietà. Ringrazio i miei collaboratori, i dipendenti tutti, lo staff tecnico, i calciatori e la tifoseria, ai quali mi sento e mi sentirò sempre profondamente legato”: queste le ultime parole da crociato del dirigente romano, che nei ringraziamenti finali ha dunque incluso anche la tifoseria ducale, quella tifoseria con la quale i rapporti si sono incrinati e non poco da qualche mese a questa parte.

Troppo grande l'amarezza dei supporters emiliani per un tradimento che mai e poi mai si sarebbero aspettati da quello che consideravano praticamente un mito. Leonardi, detto anche "il mago del mercato", coi fichi secchi è stato infatti in grado di organizzare nozze da favola: basti pensare agli acquisti capolavoro di Giovinco, Zaccardo, Cassano, o comunque alle ricche plusvalenze ricavate dalle cessioni di Borini, Belfodil e dello stesso Giovinco. I risultati, in campo, gli hanno dato quasi sempre ragione, ma, se sotto il profilo sportivo c'è ben poco da eccepire all'ex Udinese, è altrettanto vero che a livello amministrativo e contabile il suo operato non si è rivelato altrettanto soddisfacente. Leonardi è un uomo di campo, un direttore generale molto capace: affidargli l'incarico di amministratore delegato, però, si è rivelato un grosso errore, come testimonia anche il buco di bilancio di circa 200 milioni di euro, che lo vede responsabile almeno quanto Tommaso Ghirardi.

Ha provato a stringere i denti Pietro Leonardi, cercando di restare sulla nave fino all'ultimo. Ha tentato in tutti i modi di non farla affondare - a dire il vero, più per salvare se stesso che la società - e di questo gliene va dato atto. Rispetto ad altri, quantomeno, ci ha messo la faccia fino a ieri, adoperandosi per non far fallire il club. Troppo tardi, però, perché la frittata era ormai stata fatta: la toccata e fuga di Rezart Taçi e le "fantastiche" (dis)avventure di Mapi-Manenti si sono rivelate inutili, sono servite solo ad amplificare un disastro che era già dietro l'angolo. E che ora si appresta a produrre i suoi effetti. Il primo, inevitabile, è giunto poco più di ventiquattro ore orsono con le dimissioni di cui sopra. I prossimi, però, potrebbero essere ben più pesanti, soprattutto se dovessero giungere dalla Procura.