Cosa sarebbe successo se Calaiò avesse scelto Palermo? Non sarebbe entrato nell'Olimpo gialloblù

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Cosa sarebbe successo se Emanuele Calaiò, a gennaio, avesse lasciato il Parma per trasferirsi al Palermo? È una domanda che tutti ci siamo posti quel 2 aprile, giorno in cui l'Arciere punì con una tripletta proprio i rosanero, regalando una vittoria che, col senno di poi, avrebbe avuto un'importanza capitale nella promozione in A dei ducali. È una domanda che, sicuramente, il diesse crociato Daniele Faggiano si sarà fatto in continuazione durante la stagione, visto che il quasi rosanero da papabile riserva ha chiuso la stagione da capocannoniere gialloblù, con 13 reti e 3 assist tutti decisivi. 

È una domanda, purtroppo, alla quale non potremo mai dare risposta. Ma che è utile per capire l'importanza di un 35enne che non ha voglia di farsi da parte e che, soprattutto, non ha perso il vizio di segnare e di conquistare promozioni. In questi giorni mezzo mondo ha elogiato la squadra crociata, unica di sempre in Italia a conquistare una tripla promozione consecutiva dalla D alla A. 

Eppure in pochi si sono accorti che, per l'Arciere, non si tratta proprio della primissima volta. Escludendo il campionato dilettanti, categoria giustamente mai frequentata dalla punta ducale, Calaiò aveva già ottenuto il doppio salto dalla C alla massima serie in due stagioni con la maglia del Napoli. Solo che nel 2008, il bomber partenopeo conquistò la A con i campani a 25 anni, dieci in meno di adesso.

La classe, insomma, non ha età. Così come i gol e le prestazioni di un attaccante salito, a piccoli passi, nell'Olimpo gialloblù. Tra mezzo secolo, insomma, i cantori ducali tesseranno le lodi di Crespo, Zola. Cannavaro, Chiesa, Adriano e...Calaiò. Uno che con la sue esperienza, la sua professionalità e il suo essere determinante è entrato diritto nella storia crociata.