Condizione e amalgama, due fattori che in Serie A si pagano. Ma anche gli episodi: dopo Floriano, la fortuna è in credito

Una settimana dopo Parma-Udinese, torniamo a parlare dei medesimi argomenti che purtroppo hanno condizionato l'avvio di campionato dei ducali, raggiunti dal 2-0 contro i bianconeri e ieri sconfitti di misura al Dall'Ara: in ambo i casi, evidente la mancanza di amalgama e condizione, inevitabili quando la rosa viene costruita per la maggior parte nell'ultima settimana di mercato. Il Parma ha bisogno di tempo, lo abbiamo ripetuto più volte, è chiaro che presentarsi con due punti al cospetto della Juventus e in generale alla sosta, avrebbe fatto un effetto diverso, non solo per l'importanza che riveste ogni scalino superato in Serie A. In questo momento la squadra sente forse l'assenza di un leader in mezzo al campo, non necessariamente inteso come centrocampo, che sproni la squadra nelle difficoltà. Ancora una volta, solo il tempo potrà aiutare D'Aversa nella scoperta di questa particolarissima figura. 

E' anche vero che gli episodi non ci hanno decisamente sorriso nei primi due turni: dopo aver costruito faticosamente e meritatamente il doppio vantaggio contro l'Udinese, ecco il rigore che riapre la partita, nel modo più beffardo possibile. Con l'ausilio del VAR, proprio il sistema che in Serie B rimpiangevamo, che tutti auspicavamo venisse ampliato al campionato cadetto il prima possibile, colpisce all'esordio al Tardini: mano di Grassi, rigore ineccepibile e il resto lo sappiamo. Anche ieri, dopo 45 minuti di nulla, ecco il gol dell'anno di Antenucci, che sfrutta sì una disattenzione di Bruno Alves, ma che sfrutta anche un jolly che difficilmente gli ricapiterà. Tutti segnali che la Dea Bendata ci è avversa: ma d'altronde, dopo aver rimediato al suicidio di Cesena con il gol di Floriano a Frosinone, era difficile aspettarsi nuovi favori.