Col Fano la prima di nove finali. E' giunto il momento di dire: "Non guardiamo la classifica"

15.03.2017 21:50 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Col Fano la prima di nove finali. E' giunto il momento di dire: "Non guardiamo la classifica"
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Nell'editoriale di stasera mi ricollego al comunicato dei Boys, cuore del tifo "caldo" del Parma. La nota del gruppo organizzato dei tifosi inizia dicendo che la gara con il Fano è la prima di nove finali. Può sembrare una frase fatta, ma in effetti è proprio così: incomincia il rush finale del campionato, con ventisette punti ancora a disposizione e nove gare da affrontare l'una dopo l'altra. E' giusto dire che sono tutte finali, perché il Parma dovrà scendere in campo senza l'assillo della classifica o del risultato del Venezia, ma concentrandosi unicamente sulla gara del giorno. Facile a dirsi, direte: è ovvio che non sarà semplice estraniarsi da tutto ciò che circonda questa parte finale del torneo, ma è solo facendo così che il Parma potrà dire la sua fino alla fine.

Questo è anche uno di quei momenti in cui gli allenatori o i dirigenti, intervistati dagli organi di informazione, di solito cominciano a dire che "non bisogna guardare la classifica". Ed è così, perché il ritardo dal Venezia è tangibile, e arrivati a questo punto si può solo pensare a se stessi, senza star troppo a vedere cosa accade in casa lagunare. Poi certo, se si vuole ancora vincere il campionato occorre coltivare anche una sana speranza, ma questa deve esserci solo dopo che si è fatto il proprio dovere sul campo. Fanno bene i Boys a crederci, e ci auguriamo che questa fiducia possa essere trasmessa a una squadra che ultimamente non ha tirato fuori delle grandi prestazioni. Del resto nove gare sono tante, ed è difficile pensare che la formazione di Inzaghi possa vincere all'infinito. Il Parma pensi a fare il suo, se poi al termine di questo mini campionato di nove gare il Venezia sarà ancora davanti vorrà dire che gli batteremo le mani. Crederci, però, resta un dovere fino alla fine, perché, pur essendosi indubbiamente complicato il viatico, non è ancora detta l'ultima parola. A patto, appunto, che si creda innanzitutto in se stessi.